Il dibattito sulle riforme istituzionali monopolizza i lavori del Consiglio Grande e Generale. Si apre con la relazione del segretario Giovanni Lonfernini: un lungo excursus sui passi compiuti per giungere ai provvedimenti all’attenzione dell’aula consigliare. Il dibattito è caratterizzato da subito dall’intervento di Patrizia Busignani: 'L’alleato di governo - ha detto - non ha mantenuto gli impegni di proseguire il confronto tra le forze politiche perché la legge separasse la Pubblica Amministrazione dal Congresso di stato'. Una accusa ad un alleato che ha fatto orecchie da mercante, sia sulla separazione tra Congresso e PA che sulla incompatibilità tra ruolo di consigliere e di segretario di stato. L’esponente del Psd ha chiesto che questo dibattito non venga sprecato, e di reintrodurre autonomia e disciplina della separazione delle competenze tra Congresso di stato e Pubblica Amministrazione. E su questa esigenza di separazione anche gli interventi successivi. L’intervento del consigliere Busignani e’ poi tornato in altri interventi in aula consiliare, dal momento che ha connotato il dibattito anche dal punto di vista politico. Dall’opposizione dito puntato su alcuni aspetti, come la scelta a metà sul ruolo della Reggenza. Una trentina gli iscritti a parlare. Raddoppiati i tempi, trattandosi di materia costituzionale, quindi e’ facile prevedere che il dibattito non si esaurirà prima di lunedì. La seduta consigliare ha poi visto respinte a maggioranza le sei istanze d’ arengo iscritte a comma. Poi approvata con procedura d’ urgenza la legge che recepiva i quesiti referendari. Un dibattito rimasto sui binari della pacatezza. Tutti respinti gli emendamenti presentati dall’opposizione mentre la legge e’ passata con 38 si e 13 no. Aula favorevole anche alla seconda procedura d’urgenza, richiesta per il progetto di legge che chiedeva la revisione dei criteri e requisiti in merito agli assegni di accompagnamento. 42 favorevoli e 1 contrario. A margine le dichiarazioni dei consiglieri Monica Bollini e Glauco Sansovini sulla vicenda giustizia. 'Siamo tra i firmatari dei 6 esposti in tribunale, conpreso quello sul tirocinio. Il consigliere Giuseppe Rossi – scrivono – aveva ricevuto da tutti, Augusto Casali compreso, il mandato di tenere i rapporti con il tribunale. Ci stupisce molto che ora Casali affermi di non sapere dove sono state tratte alcune informazioni per ampliare tale esposto'.
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