E’ una bufera che cresce quella in casa dei socialisti e democratici, che almeno nei toni sembrerebbe assumere il carattere di uno scontro. Non ha gradito, Zona Franca, le precisazioni e le smentite arrivate dai vertici del partito e dal Consigliere Francesca Michelotti, che a quella corrente appartiene. Con due note distinte, una a firma del consigliere Alessandro Rossi, l’altra di Marino Zanotti, si precisa che la posizione espressa, quella cioè nella quale si invita il partito dei socialisti e democratici a scaricare la DC, è la posizione del gruppo, la sintesi di una decisione verbalizzata al termine di una assemblea. “Sono stato incaricato – scrive Marino Zanotti – di verbalizzare e inviare alla stampa quel comunicato, condiviso non solo dai presenti ma anche da alcuni componenti dopo la stesura. Se qualche membro – aggiunge Zanotti – era assente, non può adontarsi più di tanto e il suo diritto alla dissociazione non gli consente di smentire alcunché”. Toni aspri, che si fanno ancora più pesanti nel giudizio sul partito. Segretario e Presidente avevano preso le distanze da quelle affermazioni, Zanotti lo definisce 'un maldestro tentativo di voler ricondurre alla sua persona posizioni politiche emerse nella riunione di Zona Franca di lunedì sera, nella sede del partito a Murata'. Alessandro Rossi invece definisce deplorevole e pericoloso il comportamento della segreteria e presidenza del suo partito ed estende il giudizio a quella che chiama certa stampa. 'L’ampia libertà operativa di Zona Franca – aggiunge - è la sua forza e al contempo il punto vulnerabile del suo agire politico'. Ma fra le righe dell’esponente consigliare del PSD un riferimento a possibili nuovi scenari: 'Non avrei usato quei toni – spiega Rossi- ma questo non esclude che i contenuti sono da intendersi di tutta zona Franca e della sua possibile evoluzione. La storia, la logica, il paese – conclude – vogliono chiarezza, vogliono scegliere il loro governo in una chiara trasparente, serena ma dura competizione tra forze con diverse versioni politiche. Il resto sono solo chiacchiere, smentite e tatticismi…necessari ma non fondamentali”. Canotti rimanda ogni giudizio politico sulle risposte a quel comunicato e conclude affermando quasi con una sfida “se il mio partito crede la DC così ingenua da accettare una legge elettorale che le tolga la centralità, sono disposto a rimangiarmi tutto”. Insomma in casa del nuovo partito della sinistra tira aria di maretta e quella che si annuncia, per Chiaruzzi e Morganti, appare come la classica brutta gatta da pelare.
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