“La corsa a svilire i risultati raggiunti in ambito economico dal Governo è già cominciata”. Parte da qui la Segreteria di Stato alle Finanze per lanciare un monito alla minoranza e ad alcuni organi di informazione affinché si evitino quelle che definisce “fantasiose ricostruzioni su bond e prestito ponte”. Palazzo Begni enuclea una serie di falsità riportate sulla stampa, in primis quella di “far credere ai lettori che la liquidità derivante dalla vendita dei titoli di Stato sia unicamente destinata ad operazioni di tipo finanziario e che non vi sia, da parte del Congresso di Stato la volontà di intraprendere le necessarie riforme strutturali”. Riforme in programma e che il Governo ritiene non più procrastinabili, tenendo sempre alta l’attenzione – puntualizzano - verso la spesa non produttiva”.
Confermata in premessa anche la volontà “di impegnare le risorse recuperate per generare un ritorno economico tramite lo sviluppo di tutti i settori, - compresa naturalmente la ristrutturazione del comparto bancario - in vista di una ripartenza auspicata e programmata”. Alle opposizioni, accusate di faccia tosta, la Segreteria Finanze ricorda invece come “il nuovo esecutivo abbia ricevuto in eredità un Paese in ginocchio per le mancate scelte degli ultimi anni messo ancor più in difficoltà dalla pandemia. Forse – conclude - se il precedente Esecutivo si fosse impegnato di più nella risoluzione dei nostri problemi invece di interessarsi solo delle vicende di Banca CIS e delle poco nobili indicazioni dei suggeritori esterni, oggi, il Paese non sarebbe in questa situazione”.