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Accademia della Crusca: "Cringe" diventa una parola italiana

Scopri il significato!

di Catia Demonte
18 gen 2021
Accademia della Crusca: "Cringe" diventa una parola italiana

Dai social al riconoscimento da parte dell'Accademia della Crusca, è questo il "viaggio" compiuto dalla parola "cringe", utilizzata per lo più dai giovanissimi per indicare qualcosa di “imbarazzante” riferito a “scene e comportamenti altrui che suscitano imbarazzo e disagio in chi le osserva”.

Può anche essere adoperata come sostantivo, andando quindi a significare “la sensazione stessa di imbarazzo” o “il fenomeno del suscitare imbarazzo e, in particolare, le scene, le immagini, i comportamenti che causano tale sensazione”.

D'ora in poi dunque la parola "cringe" fa parte dei nuovi vocaboli della lingua italiana, ma le sue origini sono inglesi e deriva dal verbo "to cring". Arriva in Italia attraverso Twitter nel 2012, ma era utilizzato da circa un anno per definire quel genere cinematografico americano che porta la comicità a divenire imbarazzante, la cosiddetta "cringe commedy".




Nell'ultimo anno il termine ha avuto una diffusione esponenziale soprattutto grazie ai social, si pensi che su Google, a dicembre 2020, le citazioni superavano le 400 mila e da qui la decisione da parte dell' Accademia di renderne pacifico l'utilizzo anche nella lingua italiana

Sempre più spesso utilizziamo termini provenienti dalla lingua anglosassone, già un anno fa era stato inserito nella nostra lingua anche il termine "triggerare", derivante dal verbo "to trigger" e che sta a significare attivare, far scattare, innescare. In precedenza, abbiamo assistito allo sdoganamento di "blastare" che indica l'azione di attaccare, deridere o zittire, con violenza e pubblicamente chi ha proferito una sciocchezza. 

Voi cosa ne pensate? 


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