Settantacinque anni sono un bel traguardo anche per una monella che nell'immaginario collettivo resterà per sempre la ragazzina ribelle a tutto dai capelli rossi e le lentiggini. Pippi Calzelunghe nacque dalla fantasia di una madre, Astrid Lindgren,ben 75 anni fa, la creò per tenere compagnia alla figlia costretta a letto dalla polmonite, ma non immaginava assolutamente che la indisponente bambina diventasse nel giro di poco tempo un "best-seller" senza tempo né confini. Non tutti hanno da subito visto con benevolenza la rossa trecciuta bambina, vuoi perché divide la casa, Villa Villacolle non con i genitori ma con un cavallo a pois che lei chiama "zietto" e una scimmia,che risponde al nome di "signor Nelson". O vuoi perché maestra nell'insegnare l'arte della disobbedienza, fatto sta che Pippi ha faticato un pò a farsi accettare come una creatura fantastica. L’orfanella senza scuola né regole, si è trasformata in libro. Come tutte le storie di grande successo, anche Pippi Calzelunghe nasce all'ombra di un rifiuto. La svedese Astrid Lindgren, nei primi anni 40, ha regalato il primo manoscritto alla figlia Karen per i suoi dieci anni, presentatasi alla porta di un editore con il libro si è vista rifiutare la stampa con la motivazione," Troppo diseducativo, troppo disturbante".
Ma Astrid, che la bimba lentigginosa ha inventato per divertire e mai educare, non perde la fiducia in sé e quel che più conta, nella sua opera di eterna bambina, e nel 1945 riesce a far pubblicare le avventure di Pippi Calzelunghe, che a settantacinque anni da quella prima edizione è stato tradotto in settantacinque lingue, diventando un best seller senza tempo e senza confini. Così la monella con la borsa piena di monete d’oro è diventata l’eroina di intere generazioni. Lei, la prima bambina in un immaginario dominato da figure maschili, indipendente e capace di cavarsela senza "educatori" in mezzo alle scatole.
Poi sono arrivati film, spettacoli di Broadway e una serie tv, quella che ricordiamo tutti, con la piccolina interpretata da un’indimenticabile Inger Nilsson. Le polemiche non l'hanno mai abbandonata, neanche l'enorme successo ha saputo zittirle interamente. Qualcuno ha continuato a puntare il dito contro la bimba dalle trecce lunghe ed erano soprattutto preti, insegnanti, genitori che si sono scagliati contro l’opera della Lindgren. Lei dal canto suo mai se l’è presa. Amava ricordare: «Non ci sono messaggi nei miei libri, non in Pippi né in nessun altro. Io scrivo per divertire il bambino che c’è in me e posso solo sperare che, nel fare questo, io riesca a divertire anche qualche altro bambino».
Credo che Astrid abbia centrato il suo obbiettivo, ci ha lasciati il 28 gennaio 2002, Vasastan, Stoccolma, Svezia.