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Una leggenda di nome Bruce Lee

Ci ha lasciato troppo presto l'icona del Kung Fu, avrebbe 80 anni

di Mirco Zani
28 nov 2020

Il 27 Novembre di questo maledetto 2020 anche una leggenda come Bruce Lee avrebbe spento le sue candeline e sarebbero state ben 80. Ma come ben sappiamo se ne andò a soli 32 anni in quel 20 Luglio del 1973 in seguito ad una reazione allergica dovuta ad un'aspirina, questa almeno le versione ufficiale data dalla prima autopsia, ne seguiranno molte altre. Ma sulla sua morte si sono sprecate le ipotesi e le fantasie dalle più tremende alle più assurde. Penultimo dei cinque figli  Bruce nasce nella Chinatown di San Francisco durante una tournéè negli Stati Uniti della compagnia della quale facevano parte i genitori.Tornati a Hong Kong tre mesi dopo la nascita di Lee, la famiglia fece vivere gran parte dell'adolescenza del figlio fra Hong Kong e gli Stati Uniti, dove Lee frequentò un corso di laurea in filosofia.






Nella sua fantasia un progetto davvero ambizioso quanto visionario, coniugare i due mondi che albergano in lui: Oriente e Occidente, le due culture che lo compongono. Determinato come pochi fin da piccolo e armato di un carattere esuberante, gli viene dato dai genitori stessi il soprannome di "Xiao Long", "piccolo drago". Non sono rari gli scontri fin da giovanissimo con la  piccola criminalità giovanile. Ma la sua passione sono le arti marziali che impara diventandone ambasciatore nel mondo, portandole anche nel cinema. Fino a 18 anni a Hong Kong diventa allievo del maestro Yip Man, istituzione del Kung Fu. Che abbiamo conosciuto grazie a Wong Kar-Waiy nel suo "The Grandmaster", disciplina che supera.




Non soddisfatto nel 1966 inventa un suo genere di arti marziali rapidissimo e senza regole convenzionale, il Jeet Kung Do, "la via del pugno che intercetta". Diventato stella assoluta del cinema mondiale, fonda una propria casa di produzione, e scrive, dirige e interpreta "L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente", film che vede la presenza di Chuck Norris rimasta celebre la scena del duello al Colosseo. I suoi diari hanno ispirato la serie tv "Warrior", prodotta dalla figlia Shannon Lee.









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