Sotto gli occhi dell'aquila di Beaver Creek – animale che di là dell'oceano significa tutto ed ogni cosa – si allunga l'ombra dominante di Tina Maze, che inghiottisce tutto e tutti e fa incetta di podi ed ori.
La slovena si prende anche il titolo iridato in supercombinata, la sua sesta medaglia mondiale e seconda d'oro limitatamente a questa edizione americana.
La campionessa del mondo di discesa libera si è confermata migliore nella specialità con velocità al potere, facendo segnare un 1'45''25 che mette in fila la concorrenza in vista dello slalom che segue.
Lara Gut parte con appena 2 centesimi di distacco, 26 per la Fenninger. Distante oltre un secondo la Vonn, tagliata fuori dalla corsa all'oro dopo la prima disciplina.
Un mondiale sfortunato per l'americana, sopraffatta forse dalla pressione di gareggiare in casa e dalle aspettative del pubblico: un'inforcata le vale la squalifica e la delusione è troppo forte per non scappare in lacrime – letteralmente – dall'occhio della camera, nonostante la testimonianza di affetto che un pubblico generoso le tributa.
A sorpresa né Lara Gut né Anna Fenninger riescono a salire sul podio: a far la differenza è infatti la frazione per slalomiste che premia altre due austriache, vale a dire Nicole Hosp e Michaela Kirchgasser, comunque non in grado di scalfire il dominio assoluto di Tina Maze, che traccia un solco tra sé e la concorrenza, risultando – lei che non può dirsi una specialista – quinta assoluta nello slalom.
Altro oro, altra vittoria, per quella che troppo frettolosamente l'anno passato è stata definita la vice Lindsey Vonn e capace di vincere – pardon, stra dominare – la scorsa edizione di Coppa del Mondo solo per l'infortunio che ha privato le piste bianche della presenza della Vonn.
La risposta di Tina Maze non ammette appello: egemone in casa dell'americana; pure sotto gli occhi dell'aquila, che come detto di là dell'oceano è tutto ed ogni cosa. Ed ogni cosa o quasi – a livello di sci alpino – è della Maze.
LP
La slovena si prende anche il titolo iridato in supercombinata, la sua sesta medaglia mondiale e seconda d'oro limitatamente a questa edizione americana.
La campionessa del mondo di discesa libera si è confermata migliore nella specialità con velocità al potere, facendo segnare un 1'45''25 che mette in fila la concorrenza in vista dello slalom che segue.
Lara Gut parte con appena 2 centesimi di distacco, 26 per la Fenninger. Distante oltre un secondo la Vonn, tagliata fuori dalla corsa all'oro dopo la prima disciplina.
Un mondiale sfortunato per l'americana, sopraffatta forse dalla pressione di gareggiare in casa e dalle aspettative del pubblico: un'inforcata le vale la squalifica e la delusione è troppo forte per non scappare in lacrime – letteralmente – dall'occhio della camera, nonostante la testimonianza di affetto che un pubblico generoso le tributa.
A sorpresa né Lara Gut né Anna Fenninger riescono a salire sul podio: a far la differenza è infatti la frazione per slalomiste che premia altre due austriache, vale a dire Nicole Hosp e Michaela Kirchgasser, comunque non in grado di scalfire il dominio assoluto di Tina Maze, che traccia un solco tra sé e la concorrenza, risultando – lei che non può dirsi una specialista – quinta assoluta nello slalom.
Altro oro, altra vittoria, per quella che troppo frettolosamente l'anno passato è stata definita la vice Lindsey Vonn e capace di vincere – pardon, stra dominare – la scorsa edizione di Coppa del Mondo solo per l'infortunio che ha privato le piste bianche della presenza della Vonn.
La risposta di Tina Maze non ammette appello: egemone in casa dell'americana; pure sotto gli occhi dell'aquila, che come detto di là dell'oceano è tutto ed ogni cosa. Ed ogni cosa o quasi – a livello di sci alpino – è della Maze.
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