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Bernal vince il Tour de France, a Nibali l'ultima tappa

Il colombiano trionfa, lo Squalo riscatta un'edizione corsa in ombra,

di Riccardo Marchetti
27 lug 2019
Vincenzo Nibali
Vincenzo Nibali

Eccolo, all'ultima occasione, il morso dello Squalo sul Tour 2019. Vincenzo Nibali chiude in bellezza un'edizione che non avrebbe voluto e forse nemmeno dovuto correre: è sua la Albertville-Val Thorens, ridotta ad appena 59 km dalle frane abbattutesi, per il secondo giorno di fila, sul percorso della Grand Boucle. Il siciliano parte a 13 km dal traguardo e va a tagliarlo indisturbato, senza che nessuno riesca minimamente a contestarlo. Sul podio con lui Valverde e Landa, staccati di 10" e 14".

Nibali fa i fuochi d'artificio consolatori e dietro di lui, intanto, Egan Bernal fa la storia. Coi suoi 22 anni il colombiano è il 3° più giovane vincitore del Tour, nonché il primo sudamericano dell'albo d'oro in giallo. Oggi senza strafare, perché il margine se l'era già costruito a Valloire e, soprattutto, sui pendii del Col de l'Iseran. Stavolta deve solo controllare il suo ormai ex capitano, il campione uscente Thomas, che riconosce il passaggio di consegne con una stretta di mano all'arrivo. Il gallese è secondo a 1' 11", mentre Kruijsweijk, che sta a 1' 31", completa il podio. Dove non c'è posto per lo straordinario Alaphilippe, crollato definitivamente al 5° posto dopo aver speso, nello stupore generale, ben 14 tappe in gialla. A Bernal invece basteranno tre frazioni al comando per far suo un Tour nel quale, a causa della chiusura anticipata di ieri, non ha vinto nessuna tappa, come Froome nel 2017. Con lui l'Ineos prosegue la dittatura della Sky, che al di là del nome si è presa 7 degli ultimi 8 Tour.

E oggi s'impone proprio l'unico che, nel 2014, ne ha spezzato l'egemonia, che oggi partiva 43° a oltre un'ora e mezza da Bernal. Nibali però una tappa la vuole a tutti i costi e allora, al primo accenno di fuga di Perichon, eccolo scattare insieme a Zakarin. Si aggiungono Gallopin, Woods e Fraile, per un sestetto al comando che scoppia quando lo Squalo fiuta l'attimo e parte. La sua azione solitaria lo porta fino a 56” di vantaggio e non trova risposta a nessuno. Nemmeno da Soler, che prova a lasciare sul posto gli altri inseguitori ma senza troppa fortuna. Nibali avanza tra ali festanti di folla e va a riscattare un Tour corso in tono minore e chiuso con un colpo di coda da titoli di testa, che per uno del suo calibro non può che essere un meritatissimo minimo sindacale.





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