Per favore non chiamateli atleti diversamente abili, questi sono più abili dei fenomeni. Ci sorprendevamo per Bode Miller che due settimane salvava le ginocchia giocando d’equilibrio sul mono sci… e allora che dire di questo tedesco, Gerd Schoenfelder, che ieri ha stravinto la discesa maschile nella categoria standing. Non occorre aver sciato almeno una volta per rendersi conto della difficoltà di disegnare quei curvoni, con quella velocità, sul ghiaccio del Sestriere. Se poi manca il bilanciamento dei bastoncini si entra davvero nel territorio dei fenomeni. Restiamo a bocca aperta davanti a Schoenfelder e a tutti gli altri che ci hanno messo solo poco di più per picchiare sul traguardo: l’australiano Milton, argento, sul gradino più basso e con la bandiera d’Austria, Lackner. Discreti gli azzurri, Lanthaler è 19esimo, Planker 26esimo.
Ancor meglio di loro ha fatto Melania Corradini, sesta nella discesa femminile vinta dalla francese Jambaque. Un talento di appena 18 anni, una grinta che vale molto di più del braccio sinistro che non ha mai avuto, alla fine Melania racconta di un pizzico di delusione per il podio mancato ma soprattutto dell’emozione che le durerà una vita, quella di aver sventolato il tricolore nella cerimonia inaugurale. Che dire poi del russo Kiselev? Nello stadio del fondo di Pragelato vola 12 chilometri e mezzo in 46 minuti abbondanti. Nel frattempo si ferma anche 4 volte a sparare senza mancare neanche un bersaglio. Stra-ordinario così come è stra-ordinaria l’ucraina Iurkovska che vince la gara femminile sui 10 km. Di anormale in questi atleti c’è solo lo sforzo e quella soglia della fatica che si sposta sempre un po’ più in là. Nella categoria non vedenti la Kobayashi firma la prima delle due imprese di giornata per il sol Levante. L’altra è quella della nazionale nipponica di sledge hockey che surclassa 5 a 1 la tradizione svedese; a sorpresa è anche la vittoria della Germania, 2 a 1 contro gli Stati Uniti campioni uscenti. Da pronostico invece i successi di larga misura di Canada e Norvegia contro Gran Bretagna ed un’Italia all’esordio olimpico.
Ancor meglio di loro ha fatto Melania Corradini, sesta nella discesa femminile vinta dalla francese Jambaque. Un talento di appena 18 anni, una grinta che vale molto di più del braccio sinistro che non ha mai avuto, alla fine Melania racconta di un pizzico di delusione per il podio mancato ma soprattutto dell’emozione che le durerà una vita, quella di aver sventolato il tricolore nella cerimonia inaugurale. Che dire poi del russo Kiselev? Nello stadio del fondo di Pragelato vola 12 chilometri e mezzo in 46 minuti abbondanti. Nel frattempo si ferma anche 4 volte a sparare senza mancare neanche un bersaglio. Stra-ordinario così come è stra-ordinaria l’ucraina Iurkovska che vince la gara femminile sui 10 km. Di anormale in questi atleti c’è solo lo sforzo e quella soglia della fatica che si sposta sempre un po’ più in là. Nella categoria non vedenti la Kobayashi firma la prima delle due imprese di giornata per il sol Levante. L’altra è quella della nazionale nipponica di sledge hockey che surclassa 5 a 1 la tradizione svedese; a sorpresa è anche la vittoria della Germania, 2 a 1 contro gli Stati Uniti campioni uscenti. Da pronostico invece i successi di larga misura di Canada e Norvegia contro Gran Bretagna ed un’Italia all’esordio olimpico.
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