Marco Pantani se n'è andato il 14 febbraio. Il destino ha scelto la festa degli innamorati per il campione che con le sue vittorie aveva appassionato migliaia di tifosi. Nove anni da quella sera di Rimini, da quando ciclismo e sport hanno perso uno dei più grandi di sempre. Solo nella stanza di quel residence, in fuga, forse a combattere contro gli spettri di quel passato fatto di successi, ma oscurato dalle troppe delusioni che la vita gli aveva riservato. A distanza di anni le gesta di Marco Pantani sono rimaste leggenda: Tour de France o Giro d'Italia, Alpe d'Huez o Mortirolo, il campione di Cesenatico ha saputo riscrivere questo sport. Il mito del Pirata vive nelle più belle pagine della storia del ciclismo. Marco Pantani non è morto il 14 febbraio stroncato a causa di un edema polmonare e cerebrale dovuto ad un'overdose di cocaina, Pantani è morto molto prima, quel 5 giugno del 1999, quando a Madonna di Campiglio, quel mondo che l'ha osannato e festeggiato, l'ha completamente abbandonato. Dopo la morte di Marco Pantani il ciclismo non stato più lo stesso, ma lo sportivo continuerà a vivere. Ed ora a distanza di nove anni dal quella tragica sera di febbraio una domanda bisogna farsela, ma se Marco Pantani era davvero dopato, un esempio da non prendere, come molti hanno detto e scritto, perché continuare a dedicargli in ogni Giro d'Italia la salita più rappresentativa della corsa rosa?
Elia Gorini
Elia Gorini
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