Il Tour de France ha tirato il fiato per l'ultima volta e ora prepara la tiratona verso i Campi Elisi: niente più riposi, restano le ultime sei tappe, anche se il rientro, 165 km con arrivo tranquillo a Romans sur Isere, è roba abbastanza soft, per velocisti diciamo. Poi però ecco le Alpi e due tapponi di montagna, col Galibier e l'Izoard – che offre il terzo e ultimo traguardo in salita – a fare da spauracchi principali. E con ogni probabilità è su queste vette che si deciderà il vincitore, visto che dopo resteranno solo una frazione non troppo tosta da Embrun a Salon de Provence, la crono di Marsiglia e la passerella parigina. Con tutta probabilità sarà volata a quattro, con Uran, Bardet e soprattutto Aru a tentare di spodestare il campione in carica Froome, tornato in gialla dopo la rivoluzione di due giorni del sardo. Improbabile se non utopistico un ritorno in scena di Quintana, che a Foix aveva dato segni di risveglio ma poi è crollato addirittura a 6' 16”. Tre moschettieri a caccia di D'Artagnan Froome dunque, che pure nell'ultima tappa gli aveva dato occasione di farsi sotto. Più che lui in realtà è stata la rottura di un raggio della sua bici, che gli aveva fatto perdere addirittura 50”. Gli altri però non ne hanno approfittato, sciupando un'occasione non da poco per dare uno scossone alla classifica. Che ora vede Aru a 18”, Bardet a 23” e Uran a 29”: più indietro Martin e Landa, unici del resto del gruppo ad essere tutto sommato a tiro a 1' 12” e 1' 17”. Nonostante i ritiri di Cataldo e Fuglsang gli abbiano decimato la squadra Aru resta il nemico numero 1 per Froome e prepara l'attacco, che probabilmente sarò sferrato giovedì, sul terribile Izoard: anche perché dopo non ci saranno altre occasioni.
Riproduzione riservata ©