Il Tour de France si chiude con una doppia doppietta. Quella di Wout Van Aert, che con la volata su Philipsen e Cavendish vince la sua terza tappa dell'edizione, la seconda consecutiva. Ma soprattutto di Tadej Pogacar, che dopo una Grand Boucle dominata replica il successo del 2020 e a neanche 23 anni è già un pezzo di storia della corsa gialla. Il prossimo passo è l'aggancio a Froome, ultimo a fare tripletta tra 2015 e 2017. In questo 2021, il suo percorso è stato netto: il primo squillo nella tappa 5, col successo nella cronometro da Changé a Laval. Poi, alla 8, l'approdo in gialla, strappata a van der Poel a Le grand-Bornand. Da lì in avanti 13 frazioni tutte in vetta, senza troppi rischi. Van Aert e O' Connor, gli unici ad essergli stati entro i 2', sono evaporati già prima della salita sui Pirenei. Dove è crollato pure Uran, che per quanto a debita distanza è stato a lungo suo primo inseguitore.
Sulla catena del confine iberico, Pogacar ha puntellato ulteriormente il suo vantaggio. Senza strafare, senza strappare ma mettendo il fermino con le vittorie nelle tappe 17 e 18, sul traguardo verticale del Col du Portet e a Luz Ardiden. In entrambi i casi, subito dietro di lui c'erano quelli che lo seguono sul podio della generale: Jonas Vingegaard – quest'anno trionfatore a San Marino durante la Coppi-Bartali da lui vinta – e Richard Carapaz, campione al Giro d'Italia 2019. 5' 20” e 7' 03” i distacchi finali da Pogacar, che se non fosse stato in gialla avrebbe indossato pure le maglia a pois degli scalatori e quella bianca del miglior giovane (passata proprio a Vingegaard). Ma è stato anche il Tour di Mark Cavendish, che conquistando tre tappe ha eguagliato il record di Eddy Merckx di 34 vittorie totali: sui Campi Elisi ha avuto pure l'occasione di cogliere il primato in solitaria, stavolta però è rimasto imbottigliato e ha permesso a Van Aert di mantenere il Cannibale in vetta con lui, almeno fino alla prossima edizione.