Che quest'anno non ce ne fosse per nessuno s'era capito. Per ribadire ancora di più il concetto però Chris Froome si prende anche la cronoscalata da Sallanches a Magève, scavando un solco sempre più profondo con gli avversari. Il britannico si beve i 17 chilometri della quartultima tappa in 30' 43”, precedendo di 21” lo specialista Dumoulin e di 33” un ottimo Fabio Aru, che prosegue la sua rincorsa al podio.
Una bella sorpresa per Froome, che finora alla Gran Boucle di crono ne aveva vinta solo una a Chorges nel 2013. Così la sua terza vittoria al Tour – mai apparsa realmente in discussione – è sempre più vicina: Mollema, il primo degli inseguitori, è a 3' 52”, Quintana, sulla carta il vero rivale, perde un altro minuto e adesso è a 4' 37”.
Quello di Magève è un percorso atipico: primi 4 chilometri in pianura, poi due salite di cui una al 9,4% e arrivo in fondo a una discesa di 2 chilometri. L'andazzo però è quello della 13ma tappa, l'altra crono del Tour: l'australiano Porte comincia a razzo e nel punto più critico – la salita di Domancy – si mette tutti alle spalle. Ma ancora una volta non riesce a razionalizzare lo sforzo, cedendo nel finale e chiudendo 4°. Sembra tutto pronto per l'ennesima vittoria contro il tempo di Dumoulin, e invece ecco la zampata di Froome: dopo essersi gestito nella prima parte il britannico sfodera un finale coi fiocchi beffando lo specialista olandese.
Se a questo punto la corsa per la maglia gialla sembra chiusa quella per il podio si accende, con Fabio Aru che adesso comincia a crederci. L'ottimo terzo di ieri gli ha permesso di scavalcare Valverde e di agguantare la settima piazza, col 3° posto di Yates che adesso dista 1'52”. Prima della passerella parigina ci sono altre due tappe alpine e sia Mollema che Yates non sembrano irraggiungibili: tra loro e il sardo però ci sono gli agguerriti Bardet e Porte, oltre a un Quintana che, per quanto in difficoltà, è sempre un osso molto duro.
Riccardo Marchetti
Una bella sorpresa per Froome, che finora alla Gran Boucle di crono ne aveva vinta solo una a Chorges nel 2013. Così la sua terza vittoria al Tour – mai apparsa realmente in discussione – è sempre più vicina: Mollema, il primo degli inseguitori, è a 3' 52”, Quintana, sulla carta il vero rivale, perde un altro minuto e adesso è a 4' 37”.
Quello di Magève è un percorso atipico: primi 4 chilometri in pianura, poi due salite di cui una al 9,4% e arrivo in fondo a una discesa di 2 chilometri. L'andazzo però è quello della 13ma tappa, l'altra crono del Tour: l'australiano Porte comincia a razzo e nel punto più critico – la salita di Domancy – si mette tutti alle spalle. Ma ancora una volta non riesce a razionalizzare lo sforzo, cedendo nel finale e chiudendo 4°. Sembra tutto pronto per l'ennesima vittoria contro il tempo di Dumoulin, e invece ecco la zampata di Froome: dopo essersi gestito nella prima parte il britannico sfodera un finale coi fiocchi beffando lo specialista olandese.
Se a questo punto la corsa per la maglia gialla sembra chiusa quella per il podio si accende, con Fabio Aru che adesso comincia a crederci. L'ottimo terzo di ieri gli ha permesso di scavalcare Valverde e di agguantare la settima piazza, col 3° posto di Yates che adesso dista 1'52”. Prima della passerella parigina ci sono altre due tappe alpine e sia Mollema che Yates non sembrano irraggiungibili: tra loro e il sardo però ci sono gli agguerriti Bardet e Porte, oltre a un Quintana che, per quanto in difficoltà, è sempre un osso molto duro.
Riccardo Marchetti
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