Più passa il tempo, più Marco c'è. Da oggi è anche su questa rotonda davanti all'ingresso principale del suo circuito. C'è nel monumento che lo scultore Fernando Caciorgna gli ha dedicato e un colpo di vento ha scoperto in anticipo quando sindaci e ospiti erano ancora impegnati nei preliminari. Aveva fretta Marco. Fretta di sentire il rombo che ha accompagnato il minuto di casino, fretta magari di andare a fare un giro. Un semplice colpo di vento per chi si ostina a non credere ad altro. Ma che ha scompaginato i programmi e i cuori.
Marco c'è. Con papà e mamma che assistono alla benedizione di don Marzio che cita il titolo del libro “Dio Bo che bello” e poi corregge con mestiere. “Vuol dire grazie a Dio, che bello”.
C'è il nome di Marco e quello del suo amicone Paolo Beltramo. Che ha detto quello che avrebbe detto il Sic.
Roberto Chiesa
Marco c'è. Con papà e mamma che assistono alla benedizione di don Marzio che cita il titolo del libro “Dio Bo che bello” e poi corregge con mestiere. “Vuol dire grazie a Dio, che bello”.
C'è il nome di Marco e quello del suo amicone Paolo Beltramo. Che ha detto quello che avrebbe detto il Sic.
Roberto Chiesa
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