Preziosi minuti sprecati a causa "di una serie di disattenzioni" che rischiano di risultare fatali a Michael Schumacher. Un inutile volo in elicottero al più vicino pronto soccorso prima del trasporto all'ospedale di Grenoble. Un coma lungo tre mesi dal quale non si sa quando, nè se mai, si sveglierà. "Bisogna prepararsi al peggio", come suggerisce un bollettino medico stazionario nella sua crtiticità che di giono in giorno indebolisce ogni speranza. E' questo il contenuto dell'intervista-denuncia che Gary Hartstein, capo-medico della Formula Uno dal 2005 al 2012, ha rilasciato al tabloid britannico Sun. Parole che suonano come una pesantissima accusa a chi ha prestato soccorso a Schumacher sulle nevi di Meribel lo scorso 29 dicembre. Da allora il sette volte iridato non si è più svegliato: se le sue condizioni apparivano già critiche dopo l'incidente, il quadro clinico si è drammaticamente aggravato a causa "di una serie di disattenzioni", prima tra tutte l'inutile passaggio all'ospedale di Moutiers. "Non si trasporta un paziente con un sospetto trauma cranico in una struttura che non dispone di un reparto di neurochirurgia", ha denunciato Hartstein, oggi a capo del pronto soccorso dell'ospedale universitario di Liegi, che ha citato "fonti solitamente impeccabili" per le sue rivelazioni. Hartstein, 58 anni, ha conosciuto e lavorato con Schumacher durante i suoi sette anni al seguito delle gare di Formula Uno, ma è rimasto comunque sorpreso dall'affetto che ancora oggi i tifosi manifestano al pilota tedesco. "Ho visto con i miei occhi interi circuiti pieni di magliette e cappellini rossi, tutti per Michael. Ho sempre saputo che era adorato ovunque - le parole del medico statunitense -. Ma sono esterrefatto dalla profondità e dalla persistenza dell'amore dei suoi tifosi. Penso però che bisogna cominciare a prepararsi al peggio, la mancanza di aggiornamenti da parte del suo entourage ci sta dando la possibilità di cominciare a distaccarci da lui". Secondo Hartstein, che basa le sue dichiarazioni sui rari bollettini medici emessi dall'ospedale francese e da qualche confidenza racconta tra colleghi, Schumi ha perso molti chili, almeno un terzo del suo peso corporeo, e presto potrebbe essere trasferito in un centro specializzato di terapia intensiva. Indiscrezioni che finora non hanno trovato conferma tra l'entourage del tedesco. Settimana scorsa la sua portavoce aveva rivelato che è in corso una fase di graduale risveglio dal coma, non specificando però la tempistica: "Durerà il tempo necessario". Uno spiraglio di ottimismo che non convince la stampa tedesca secondo cui lo staff medico avrebbe già informato la moglie Corinna che Michael è destinato a restare in stato vegetativo permanente per il resto dei suoi giorni, a meno che non succeda un miracolo. Una tragica prospettiva condivisa dallo stesso Hartstein.
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