Un piattello, un tiro di schioppo. Alessandra Perilli deve recuperare (71-70) il punto che al momento la terrebbe fuori dalle 8. Comanda ora la romagnola Jessica Rossi. 75/75 una sentenza. Ma il finale in crescendo lascia sperare che i 50 piattelli di domani possano rimettere a posto le cose. Perché i cambi di luce di sole e nuvole che giocavano a guardie e ladri hanno disturbato la prima serie. Chiusa a 22, che non è un dramma, ma nemmeno una buona partenza. C'è voluta la classe di un'atleta infinta per rimettersi sul pezzo e tirare fuori dal fucile un 24 per tornare in corsa e poi un 24 ulteriore a per leggere la targa alle attuali potenziali finaliste. 24, tanta roba e anche un po' di sfortuna per un piattello morbido mancato di niente che le ha negato il percorso netto e l'aggancio. Comunque sorriso, ottimismo e la spalla accogliente del fratello maggiore Luca Di Mari sulla quale pensare a domani.
In campo maschile più che una gara, quella di Wroclav è un'esibizione di cecchini spietati che non sbagliano mai. I 25 escono in serie come i numeri del lotto, lo zero non esiste o quasi e quando Gian Marco Berti fa 23 e poi ancora 23, fa numeri umani non ammessi su Marte. La finale è già lontana, quando la terza serie finisce in rottura prolungata e si svolge quasi in 2 manche. Interrotta dal reclamo del ceco Kostelecky cui la giura assegna uno zero su un piattello che, seppure di seconda, a tutti è parso colpito. 10 minuti a discutere senza esito, se non quello che mandare fuori giri gran parte della compagnia. Berti compreso, che fa 21.