In aula si è partorito dopo diversi anni il topolino relativo all’elefantiaco problema degli effettivi titolari economici dei soggetti bancari e finanziari. Qualcuno lo ha presentato come una vittoria di trasparenza, altri invece sono rimasti realisti.
Il decreto 99 stabilisce che i consiglieri e solo loro potranno recarsi in Banca Centrale e, sotto la stretta sorveglianza di qualche funzionario, possano verificare chi comanda le nostre banche e finanziarie. Il tutto, ovviamente, sotto la mannaia del vincolo di segretezza, punito ai sensi del codice penale.
Lasciamo perdere il fatto che i primi consiglieri che si sono recati in BCSM per effettuare questa verifica ci dicono che per molte banche nemmeno la BCSM stessa sa chi siano i titolari effettivi: cosa strana se si pensa che ogni singolo cittadino è sottoposto all’adeguata verifica per ogni conto corrente. Ciò che ci preme è la logica sottostante il provvedimento: tra le righe il senso è che magari si può anche ammettere che i consiglieri sappiano qualcosa (ma non troppo, meglio tenere le informazioni riservate) purché però accetti di non divulgare le sue conoscenze. I cittadini normali, quelli senza ruoli, devono continuare a non sapere. Se vogliono informazioni devono continuare a passare per il vaglio dei politici, unici depositari della conoscenza.
Parliamoci chiaro: i dati usciranno, tutti, almeno quei pochi che ci sono. Chiunque conoscerà informalmente i nomi dei titolari delle banche e delle assicurazioni sammarinesi, è solo questione di tempo e di passaparola. Ciò che però interessa agli estensori del decreto è che formalmente, alla luce del sole, nessuno parli, tutti stiano al gioco.
Ci paiono una logica e un risultato poco allettanti. Abbiamo tentato con degli emendamenti di modificare il testo del decreto stabilendo che il vincolo di segretezza venisse abolito, emendamento ovviamente non accolto.
Ora aspetteremo che i nomi di tutti i titolari vengano alla luce, che tutti li conoscano ma che nessuno possa parlarne apertamente. Che emerga la reale cognizione che BCSM ha del sistema finanziario sammarinese, se veramente nemmeno BCSM sa chi siano i titolari di banche e finanziarie, e in tal caso che cosa si intende fare.
E ovviamente continueremo a fare pressione affinché, al di là degli interventi spot come questo, che non servono a nulla se non a ristabilire cittadini di serie A e di serie B, si arrivi finalmente ad una situazione di totale trasparenza, perché noi vogliamo sapere chi gestisce i nostri soldi, se chi lo fa ha anche legami politici, se dietro ad alcune misure di sostegno del sistema finanziario si nascondano –come crediamo- favori a colleghi di partito o sponsor politici anziché misure nell’interesse dei cittadini.
Conoscere i titolari effettivi serve anche per organizzare delle campagne di consumo consapevole: noi come cittadini, residenti o semplicemente correntisti vorremmo poter decidere di non depositare i nostri soldi presso un palazzinaro, un politico, un faccendiere.
Il decreto 99 stabilisce che i consiglieri e solo loro potranno recarsi in Banca Centrale e, sotto la stretta sorveglianza di qualche funzionario, possano verificare chi comanda le nostre banche e finanziarie. Il tutto, ovviamente, sotto la mannaia del vincolo di segretezza, punito ai sensi del codice penale.
Lasciamo perdere il fatto che i primi consiglieri che si sono recati in BCSM per effettuare questa verifica ci dicono che per molte banche nemmeno la BCSM stessa sa chi siano i titolari effettivi: cosa strana se si pensa che ogni singolo cittadino è sottoposto all’adeguata verifica per ogni conto corrente. Ciò che ci preme è la logica sottostante il provvedimento: tra le righe il senso è che magari si può anche ammettere che i consiglieri sappiano qualcosa (ma non troppo, meglio tenere le informazioni riservate) purché però accetti di non divulgare le sue conoscenze. I cittadini normali, quelli senza ruoli, devono continuare a non sapere. Se vogliono informazioni devono continuare a passare per il vaglio dei politici, unici depositari della conoscenza.
Parliamoci chiaro: i dati usciranno, tutti, almeno quei pochi che ci sono. Chiunque conoscerà informalmente i nomi dei titolari delle banche e delle assicurazioni sammarinesi, è solo questione di tempo e di passaparola. Ciò che però interessa agli estensori del decreto è che formalmente, alla luce del sole, nessuno parli, tutti stiano al gioco.
Ci paiono una logica e un risultato poco allettanti. Abbiamo tentato con degli emendamenti di modificare il testo del decreto stabilendo che il vincolo di segretezza venisse abolito, emendamento ovviamente non accolto.
Ora aspetteremo che i nomi di tutti i titolari vengano alla luce, che tutti li conoscano ma che nessuno possa parlarne apertamente. Che emerga la reale cognizione che BCSM ha del sistema finanziario sammarinese, se veramente nemmeno BCSM sa chi siano i titolari di banche e finanziarie, e in tal caso che cosa si intende fare.
E ovviamente continueremo a fare pressione affinché, al di là degli interventi spot come questo, che non servono a nulla se non a ristabilire cittadini di serie A e di serie B, si arrivi finalmente ad una situazione di totale trasparenza, perché noi vogliamo sapere chi gestisce i nostri soldi, se chi lo fa ha anche legami politici, se dietro ad alcune misure di sostegno del sistema finanziario si nascondano –come crediamo- favori a colleghi di partito o sponsor politici anziché misure nell’interesse dei cittadini.
Conoscere i titolari effettivi serve anche per organizzare delle campagne di consumo consapevole: noi come cittadini, residenti o semplicemente correntisti vorremmo poter decidere di non depositare i nostri soldi presso un palazzinaro, un politico, un faccendiere.
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