L'unificazione della Casa di riposo dell'Ospedale con la RSA La Fiorina rappresenta un progetto di notevole complessità a cui nel tempo si sono susseguite modifiche non trascurabili anche su indicazione e sollecitazione delle parti sociali coinvolte. La formulazione definitiva è arrivata a seguito della risposta del Consiglio Grande e Generale alla relativa Istanza d'Arengo.
Il Governo appena insediato si è subito attivato per coinvolgere i soggetti interessati, sia di natura pubblica che privata, che proprio in ragione di questo necessitano di interventi coordinati.
È certamente una priorità della Segreteria di Stato e dell'ISS rendere l'unificazione e il trasloco i più celeri e ottimali possibili. Il tutto deve tuttavia avvenire rispettando e completando tutti i passaggi necessari nel rispetto delle normative e soprattutto dei diritti e delle necessità di ospiti, assistiti, delle loro famiglie e del personale.
Si colgono quindi con pieno spirito collaborativo le sollecitazioni giunte in queste settimane, in particolare dalle parti sociali che sono perfettamente a conoscenza del contesto di riferimento. E a tal proposito si sottolinea la necessità da parte di tutti, di un'azione coordinata, affinché si possano effettivamente ottenere i risultati migliori e sperati.
Va tuttavia certamente riconosciuto che nonostante i recenti avvicendamenti ai vertici della sanità e la temporanea riduzione delle capacità di azione - richiamate anche dagli organismi posti a vigilanza - gli incaricati e gli uffici preposti hanno comunque continuato a operare, nella massima trasparenza, per portare avanti il corposo lavoro di unificazione e trasloco che dovrebbe assolutamente rispettare le tempistiche fissate negli accordi sottoscritti con tutti i soggetti coinvolti. Accordi inoltre che non prevedono riduzioni di posti per gli assistiti e che non incidono negativamente sulle liste d’attesa, che già risultano in riduzione.
In merito infine alla problematica sollevata dalle forze sociali sulle decurtazioni alle pensioni, la Segreteria di Stato alla Sanità accoglie con favore la richiesta di incontro da parte delle forze sociali.
Si ricorda, tuttavia, come già comunicato dagli organismi competenti nelle settimane scorse, che la procedura richiamata è in vigore da diversi anni, essendo stata introdotta fin dal 2011 e successivamente modificata attraverso decreti nel 2012 e nel 2013.
Nello specifico si rammenta che ogni assicurato, nel momento in cui richiede integrazioni pensionistiche al minimo, “dovrà dichiarare di non usufruire di altra pensione, rendita o prestazione continuativa di qualunque genere erogata dallo Stato o da qualsiasi Ente Previdenziale della Repubblica di San Marino o Stato estero, di altri redditi di qualsiasi natura o provenienza, di non avere rendite catastali prodotte da proprietà immobiliari possedute e non produttrici di altro reddito, ad esclusione della quota di pertinenza della dimora abituale, per un importo complessivo annuo pari o superiore a € 2.500,00. Tale importo è annualmente rivalutato alle medesime condizioni stabilite all’articolo 5 della Legge n.157/2005”.
L’attività di controllo viene quindi espletata ogni anno su circa 4mila beneficiari di prestazioni previdenziali da parte dell’Ufficio Prestazioni Economiche dell’I.S.S. nell’ambito delle attività di verifica che vengono ordinariamente eseguite anche sulle dichiarazioni dei redditi dell’Ufficio Tributario e sugli archivi dell’Ufficio del Catasto, ai quali l’ISS accede attraverso le procedure informatiche dal 2014.
Dal 2013 ad oggi, sono circa un centinaio i soggetti che, in base ai controlli, hanno ricevuto comunicazioni dall'ISS in merito alla rettifica dell’importo della prestazione erogata in quanto hanno percepito integrazioni non dovute poiché beneficiari di redditi esteri non precedentemente dichiarati. In tali casi, su richiesta degli interessati e tenendo in considerazioni eventuali situazioni di difficoltà, previa autorizzazione della Direzione Amministrativa, si è inoltre consentita l’impostazione di piani di rateizzazione, senza l'applicazione di interessi.
Il Governo appena insediato si è subito attivato per coinvolgere i soggetti interessati, sia di natura pubblica che privata, che proprio in ragione di questo necessitano di interventi coordinati.
È certamente una priorità della Segreteria di Stato e dell'ISS rendere l'unificazione e il trasloco i più celeri e ottimali possibili. Il tutto deve tuttavia avvenire rispettando e completando tutti i passaggi necessari nel rispetto delle normative e soprattutto dei diritti e delle necessità di ospiti, assistiti, delle loro famiglie e del personale.
Si colgono quindi con pieno spirito collaborativo le sollecitazioni giunte in queste settimane, in particolare dalle parti sociali che sono perfettamente a conoscenza del contesto di riferimento. E a tal proposito si sottolinea la necessità da parte di tutti, di un'azione coordinata, affinché si possano effettivamente ottenere i risultati migliori e sperati.
Va tuttavia certamente riconosciuto che nonostante i recenti avvicendamenti ai vertici della sanità e la temporanea riduzione delle capacità di azione - richiamate anche dagli organismi posti a vigilanza - gli incaricati e gli uffici preposti hanno comunque continuato a operare, nella massima trasparenza, per portare avanti il corposo lavoro di unificazione e trasloco che dovrebbe assolutamente rispettare le tempistiche fissate negli accordi sottoscritti con tutti i soggetti coinvolti. Accordi inoltre che non prevedono riduzioni di posti per gli assistiti e che non incidono negativamente sulle liste d’attesa, che già risultano in riduzione.
In merito infine alla problematica sollevata dalle forze sociali sulle decurtazioni alle pensioni, la Segreteria di Stato alla Sanità accoglie con favore la richiesta di incontro da parte delle forze sociali.
Si ricorda, tuttavia, come già comunicato dagli organismi competenti nelle settimane scorse, che la procedura richiamata è in vigore da diversi anni, essendo stata introdotta fin dal 2011 e successivamente modificata attraverso decreti nel 2012 e nel 2013.
Nello specifico si rammenta che ogni assicurato, nel momento in cui richiede integrazioni pensionistiche al minimo, “dovrà dichiarare di non usufruire di altra pensione, rendita o prestazione continuativa di qualunque genere erogata dallo Stato o da qualsiasi Ente Previdenziale della Repubblica di San Marino o Stato estero, di altri redditi di qualsiasi natura o provenienza, di non avere rendite catastali prodotte da proprietà immobiliari possedute e non produttrici di altro reddito, ad esclusione della quota di pertinenza della dimora abituale, per un importo complessivo annuo pari o superiore a € 2.500,00. Tale importo è annualmente rivalutato alle medesime condizioni stabilite all’articolo 5 della Legge n.157/2005”.
L’attività di controllo viene quindi espletata ogni anno su circa 4mila beneficiari di prestazioni previdenziali da parte dell’Ufficio Prestazioni Economiche dell’I.S.S. nell’ambito delle attività di verifica che vengono ordinariamente eseguite anche sulle dichiarazioni dei redditi dell’Ufficio Tributario e sugli archivi dell’Ufficio del Catasto, ai quali l’ISS accede attraverso le procedure informatiche dal 2014.
Dal 2013 ad oggi, sono circa un centinaio i soggetti che, in base ai controlli, hanno ricevuto comunicazioni dall'ISS in merito alla rettifica dell’importo della prestazione erogata in quanto hanno percepito integrazioni non dovute poiché beneficiari di redditi esteri non precedentemente dichiarati. In tali casi, su richiesta degli interessati e tenendo in considerazioni eventuali situazioni di difficoltà, previa autorizzazione della Direzione Amministrativa, si è inoltre consentita l’impostazione di piani di rateizzazione, senza l'applicazione di interessi.
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