Dopo il trauma della crisi finanziaria internazionale che ha preso l’avvio nel 2008, simbolicamente con il fallimento della banca Lehman Brothers, in tanti paesi del mondo i risparmiatori hanno dovuto fare i conti con grandi difficoltà che in molti casi ha voluto dire la perdita totale o parziale dei propri risparmi.
Nella Repubblica di San Marino abbiamo – poco intelligentemente – sommato alla crisi finanziaria internazionale, la crisi tutta nostrana di un sistema bancario che nel 2009 si era palesato come completamente incompatibile con la stragrande maggioranza degli altri paesi.
Questa situazione fu il frutto avvelenato della scelta politica, fatta nella seconda metà degli anni novanta e primi anni duemila dai governi DC-PSS, di implementare un sistema finanziario senza regole e senza controlli.
Il nostro Paese si è salvato da questa tempesta perfetta per il rotto della cuffia, a costo di un enorme impegno e molti sacrifici. Tuttavia nelle pance delle banche sono rimaste, purtroppo, molte scorie di quegli anni, sotto forma di crediti concessi allegramente e ormai difficilmente recuperabili e in taluni casi di perduranti comportamenti poco trasparenti.
Su questo tema si è giocato, e si gioca tuttora, un grosso scontro fra chi vuole la trasparenza e chi vuole invece nascondere questi problemi e coprire interessi difficilmente confessabili.
Il caso Asset Banca rientra in pieno in queste vicende, con un’evoluzione alquanto insolita. La relazione del commissario liquidatore, a cui è stata data lettura in Consiglio Grande e Generale, ha delineato un quadro molto allarmante sulla gestione passata di quell’Istituto. Gestione che ha comportato conseguenze pesantissime sulla consistenza patrimoniale reale e delle conseguenti garanzie verso i risparmiatori e correntisti.
Questa situazione, di pesante deterioramento patrimoniale, si è venuta a creare prima dell’intervento di Banca Centrale, cui si rimproverano errori procedurali nell’operazione di commissariamento. Anche la fuoriuscita di liquidità da Asset Banca prima del blocco, nell’arco di un paio di mesi, ha ben poco a che vedere con il decadimento patrimoniale e le tante pratiche assai discutibili illustrate nella relazione del commissario liquidatore. La crisi della banca non è stata causata dal commissariamento, ma dalla gestione che negli anni ha generato gravi perdite patrimoniali.
Ovunque nel mondo, dinanzi a queste risultanze, i risparmiatori e correntisti chiedono conto, in primo luogo, agli amministratori ed ai soci della propria banca delle proprie difficoltà. Nel caso Asset, incredibilmente, sembrerebbe di no. Abbiamo visto, in una serie di comunicati ed interviste, tirare in ballo perfino la Reggenza, con argomentazioni discutibili, ma non gli amministratori, a partire da colui che si autodefinì, in una registrazione rimasta nella storia, “RE del NERO”.
Nel momento in cui, dopo troppi ritardi, si è ad un passo dal restituire l’accesso ai propri risparmi ai correntisti di Asset Banca, compresi quelli investiti in rapporti subordinati che in altre realtà si sarebbero semplicemente persi, si è perfino arrivati ad attaccare Cassa di Risparmio con insinuazioni sulla liquidità della Banca di proprietà dello Stato destituite di ogni fondamento. Affermazioni che potrebbero rappresentare un vero e proprio reato e che potenzialmente non danneggiano solo Carisp ma l’intero sistema finanziario.
Dopo avere superato tanti ostacoli quindi, compresi gli eventuali errori di Banca Centrale e l’assurda richiesta di stato d’insolvenza a carico di CARISP, bocciata dal nostro tribunale, che hanno comportato la perdita di molto tempo, vi sono alcuni correntisti che chiedono incredibilmente la riapertura di Asset Banca. Ci risulta veramente difficile comprendere i motivi di una richiesta che, evidentemente, non si pone il problema dell’enorme ulteriore dilatazione dei tempi e degli enormi rischi di una scelta di questo tipo, peraltro ben difficilmente praticabile data l’elevatissima cifra che sarebbe necessaria per ripristinarne il capitale di vigilanza.
Per quanto ci riguarda l’imperativo è operare celermente e concretamente per ridare ai correntisti di Asset Banca i propri risparmi, in maniera sostenibile e nei modi che possono garantire tutti. Il resto, lasciatecelo dire, paiono esclusivamente squallide speculazioni politiche sulla pelle di persone comprensibilmente in difficoltà.
Nella Repubblica di San Marino abbiamo – poco intelligentemente – sommato alla crisi finanziaria internazionale, la crisi tutta nostrana di un sistema bancario che nel 2009 si era palesato come completamente incompatibile con la stragrande maggioranza degli altri paesi.
Questa situazione fu il frutto avvelenato della scelta politica, fatta nella seconda metà degli anni novanta e primi anni duemila dai governi DC-PSS, di implementare un sistema finanziario senza regole e senza controlli.
Il nostro Paese si è salvato da questa tempesta perfetta per il rotto della cuffia, a costo di un enorme impegno e molti sacrifici. Tuttavia nelle pance delle banche sono rimaste, purtroppo, molte scorie di quegli anni, sotto forma di crediti concessi allegramente e ormai difficilmente recuperabili e in taluni casi di perduranti comportamenti poco trasparenti.
Su questo tema si è giocato, e si gioca tuttora, un grosso scontro fra chi vuole la trasparenza e chi vuole invece nascondere questi problemi e coprire interessi difficilmente confessabili.
Il caso Asset Banca rientra in pieno in queste vicende, con un’evoluzione alquanto insolita. La relazione del commissario liquidatore, a cui è stata data lettura in Consiglio Grande e Generale, ha delineato un quadro molto allarmante sulla gestione passata di quell’Istituto. Gestione che ha comportato conseguenze pesantissime sulla consistenza patrimoniale reale e delle conseguenti garanzie verso i risparmiatori e correntisti.
Questa situazione, di pesante deterioramento patrimoniale, si è venuta a creare prima dell’intervento di Banca Centrale, cui si rimproverano errori procedurali nell’operazione di commissariamento. Anche la fuoriuscita di liquidità da Asset Banca prima del blocco, nell’arco di un paio di mesi, ha ben poco a che vedere con il decadimento patrimoniale e le tante pratiche assai discutibili illustrate nella relazione del commissario liquidatore. La crisi della banca non è stata causata dal commissariamento, ma dalla gestione che negli anni ha generato gravi perdite patrimoniali.
Ovunque nel mondo, dinanzi a queste risultanze, i risparmiatori e correntisti chiedono conto, in primo luogo, agli amministratori ed ai soci della propria banca delle proprie difficoltà. Nel caso Asset, incredibilmente, sembrerebbe di no. Abbiamo visto, in una serie di comunicati ed interviste, tirare in ballo perfino la Reggenza, con argomentazioni discutibili, ma non gli amministratori, a partire da colui che si autodefinì, in una registrazione rimasta nella storia, “RE del NERO”.
Nel momento in cui, dopo troppi ritardi, si è ad un passo dal restituire l’accesso ai propri risparmi ai correntisti di Asset Banca, compresi quelli investiti in rapporti subordinati che in altre realtà si sarebbero semplicemente persi, si è perfino arrivati ad attaccare Cassa di Risparmio con insinuazioni sulla liquidità della Banca di proprietà dello Stato destituite di ogni fondamento. Affermazioni che potrebbero rappresentare un vero e proprio reato e che potenzialmente non danneggiano solo Carisp ma l’intero sistema finanziario.
Dopo avere superato tanti ostacoli quindi, compresi gli eventuali errori di Banca Centrale e l’assurda richiesta di stato d’insolvenza a carico di CARISP, bocciata dal nostro tribunale, che hanno comportato la perdita di molto tempo, vi sono alcuni correntisti che chiedono incredibilmente la riapertura di Asset Banca. Ci risulta veramente difficile comprendere i motivi di una richiesta che, evidentemente, non si pone il problema dell’enorme ulteriore dilatazione dei tempi e degli enormi rischi di una scelta di questo tipo, peraltro ben difficilmente praticabile data l’elevatissima cifra che sarebbe necessaria per ripristinarne il capitale di vigilanza.
Per quanto ci riguarda l’imperativo è operare celermente e concretamente per ridare ai correntisti di Asset Banca i propri risparmi, in maniera sostenibile e nei modi che possono garantire tutti. Il resto, lasciatecelo dire, paiono esclusivamente squallide speculazioni politiche sulla pelle di persone comprensibilmente in difficoltà.
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