L'intreccio è delicato: politica, indagini giudiziarie ed il tema forte delle banche. Di certo c'è che è in corso un accertamento della magistratura (a firma del commissario della Legge Simon Luca Morsiani), che ha portato all'acquisizione di documenti in BancaCis ed in alcuni studi legali. Non si esclude che le perquisizioni siano arrivate anche in Banca Centrale, da dove nei giorni scorsi sarebbero partiti tre esposti: una denuncia a firma del vice direttore Daniele Bernardi, uno del collegio sindacale di BCSM, una di un membro del consiglio direttivo. Ma il condizionale è d'obbligo, visto che per il momento i diretti interessati non confermano (ma nemmeno smentiscono). A chiarire i contorni della vicenda l'interpellanza di un mese fa di Democrazia in Movimento, che in estrema sintesi chiedeva le movimentazioni del portafoglio titoli di Banca Centrale nell'ultimo periodo; all'interrogazione rimasta senza risposta ha fatto seguito l'intervento in aula del consigliere Elena Tonnini, che in merito all'ipotetica acquisizione di titoli da parte di Banca Centrale chiedeva- tra le altre cose- se l'operazione fosse finalizzata a dare liquidità al Cis. Con un comunicato Banca Cis prende le distanze, ricorda il ruolo di sostegno del sistema economico e finanziario dato al paese, di avere con i propri mezzi e le proprie risorse aiutato altri istituti in difficoltà, e di non avere mai richiesto o ricevuto liquidità da Banca Centrale. Il fatto che gli esposti arrivino da via del Voltone, subito dopo il licenziamento dell'ex direttore Lorenzo Savorelli, fanno supporre che la consistente apertura di credito sia rimasta iniziativa di colui che ne aveva giurisdizione, e che l'operazione sotto la lente della magistratura non passò dal Consiglio direttivo? Saranno le verifiche in corso sull'erogazione di liquidità da Via del Voltone a chiarire.
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