In Italia, in questi giorni, l'asta, per l'assegnazione delle frequenze del 5G, potrebbe regalare al Governo un extragettito inaspettato. Dopo una serie di rilanci, infatti, l'ammontare totale delle offerte ha superato i 5 miliardi di euro. Al momento ci si sta concentrando sulla banda 3.700 Mhz. Vi sono poi le frequenze da 700 Mhz: preziose, in quanto in grado di garantire ampia copertura territoriale, ma che si libereranno solo nel 2022, essendo attualmente occupate dalle TV, tra le quali l'Emittente di Stato del Titano. Sarà necessario, dunque, organizzare un percorso di rilascio che garantisca la continuità delle trasmissioni. Una cosa, però, è certa: la rete di quinta generazione è considerata ovunque altamente strategica. Ma c'è chi sottolinea le problematiche. Mesi fa 170 scienziati, di varie Nazioni, chiesero una moratoria sulla realizzazione del 5G, auspicando studi indipendenti sull'impatto sanitario e ambientale. La nuova rete – avevano sottolineato – causerebbe un aumento massiccio dei campi elettromagnetici; anche in considerazione dei miliardi di nuove connessioni conseguenti allo sviluppo del cosiddetto Internet delle cose. Non sarebbe escluso, allora - secondo questi scienziati –, un aumento dei rischi di gravi patologie. Al momento – nel Mondo - il 5G si sta sperimentando in diverse città, e in uno Stato: la Repubblica di San Marino; e questo dovrebbe offrire al Titano un vantaggio competitivo. Restano, tuttavia, i timori per le conseguenze sulla salute. Il Segretario di Stato alle Telecomunicazioni getta acqua sul fuoco. “Ci atterremo alle raccomandazioni degli organismi internazionali di cui facciamo parte – afferma -, in particolare in ambito sanitario. Nessuno vuole creare pericoli ai nostri cittadini”. Zafferani ricorda inoltre come l'attuale normativa preveda “limiti di emissioni molto più conservativi rispetto agli altri Paesi europei; e non sono in programma modifiche”. Attualmente è in atto una sperimentazione del 5G, tramite un'antenna a Faetano. “Ma l'obiettivo – continua il Segretario - è la realizzazione entro la metà del 2019 di una rete mobile dello Stato adeguata ai migliori standard del 4G, e pronta per l'evoluzione della tecnologia”. “Le osservazioni di questi scienziati – conclude - andranno valutate solo una volta che sarà definito lo standard 5G”; e ciò deve ancora avvenire. Solo allora, poi, nasceranno dispositivi capaci di integrarsi alla rete di quinta generazione.
Riproduzione riservata ©