“Niente di nuovo sul fronte sammarinese”. L’avvocato Alessandro Petrillo, difensore di Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini, rispettivamente presidente e direttore di Asset Banca, commenta così l’ordinanza del Gip forlivese Rita Chierici che ha messo i sigilli a circa 4 milioni di euro in titoli e ad un conto con 800mila euro alla Banca di Credito e Risparmio di Romagna a Forlì, tutti riferibili, secondo l'accusa, alla Asset Banca di San Marino.
“Le somme di cui si parla - spiega Petrillo - erano già state sottoposte a sequestro all’epoca in cui l’operazione prese le mosse. Si è passati dal sequestro probatorio al sequestro preventivo finalizzato all’eventuale confisca dei beni. Nel concetto di “eventuale” - dice Petrillo - ci sta la variabile legata all’esito del processo. Se si dovesse concludere con una condanna questo strumento garantisce la confisca del denaro. Gli 800mila euro - secondo il difensore dei vertici di Asset Banca - sarebbero gli interessi di un deposito che la Procura di Forlì diceva essere infruttifero”. Il riferimento è agli 11 milioni di euro che vennero requisiti nel blitz dello scorso 5 gennaio e che portò all’arresto di dieci persone.
Secondo gli inquirenti, la Banca forlivese offriva a diversi imprenditori un "servizio di riciclaggio" del nero, anche con trasferimenti materiali di capitali dall'Italia verso le casse della Asset di San Marino. Nell’ultima ordinanza il Gip ha elencato, tra i presupposti per il sequestro, la pronta riassegnazione nell’incarico di presidente e direttore di Asset Banca vista, si legge nell’ordinanza, come la dimostrazione di non voler prendere le distanze dai vertici dell’istituto di credito.
“Le somme di cui si parla - spiega Petrillo - erano già state sottoposte a sequestro all’epoca in cui l’operazione prese le mosse. Si è passati dal sequestro probatorio al sequestro preventivo finalizzato all’eventuale confisca dei beni. Nel concetto di “eventuale” - dice Petrillo - ci sta la variabile legata all’esito del processo. Se si dovesse concludere con una condanna questo strumento garantisce la confisca del denaro. Gli 800mila euro - secondo il difensore dei vertici di Asset Banca - sarebbero gli interessi di un deposito che la Procura di Forlì diceva essere infruttifero”. Il riferimento è agli 11 milioni di euro che vennero requisiti nel blitz dello scorso 5 gennaio e che portò all’arresto di dieci persone.
Secondo gli inquirenti, la Banca forlivese offriva a diversi imprenditori un "servizio di riciclaggio" del nero, anche con trasferimenti materiali di capitali dall'Italia verso le casse della Asset di San Marino. Nell’ultima ordinanza il Gip ha elencato, tra i presupposti per il sequestro, la pronta riassegnazione nell’incarico di presidente e direttore di Asset Banca vista, si legge nell’ordinanza, come la dimostrazione di non voler prendere le distanze dai vertici dell’istituto di credito.
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