Sono circa 200 i malati sammarinesi seguiti dall’Associazione oncologica. In 15 anni l’AOS è stata un punto di riferimento per centinaia di famiglie. La sua attività è iniziata quando la parola cancro era demonizzata. Per anni ha dato assistenza in forma anonima, nel rispetto del malato, riducendo i periodi di ricovero in ospedale grazie all’assistenza infermieristica domiciliare e offrendo un sostegno psicologico a chi è colpito da questa grave malattia. Un impegno riconosciuto dalla cittadinanza, tanto che è l’Associazione sammarinese con le maggiori donazioni; un impegno che la Reggenza ha voluto sottolineare nel giorno della firma di collaborazione con l’Iss che garantisce ai pazienti oncologici l’assistenza domiciliare.
I Capi di Stato hanno rimarcato il valore dell’accordo, ponendo l’accento sulla necessità del coordinamento tra associazioni no-profit e istituzioni. “Le associazioni di volontariato – ha detto la Reggenza – rappresentano un patrimonio importantissimo per la crescita civile del nostro Paese, a testimonianza di una cittadinanza consapevole e attiva che va aiutata a svilupparsi per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini”.
Al termine dell’udienza l’attesa firma, che segna un nuovo percorso, un modello organizzativo più efficace ed efficiente. Perché i servizi specialistici per la salute a casa del paziente sono riconosciuti come il miglior modello organizzativo delle cure nei confronti dei malati terminali. “Non si tratta di un punto di arrivo – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Roberta Ranocchini – ma di partenza”.
I Capi di Stato hanno rimarcato il valore dell’accordo, ponendo l’accento sulla necessità del coordinamento tra associazioni no-profit e istituzioni. “Le associazioni di volontariato – ha detto la Reggenza – rappresentano un patrimonio importantissimo per la crescita civile del nostro Paese, a testimonianza di una cittadinanza consapevole e attiva che va aiutata a svilupparsi per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini”.
Al termine dell’udienza l’attesa firma, che segna un nuovo percorso, un modello organizzativo più efficace ed efficiente. Perché i servizi specialistici per la salute a casa del paziente sono riconosciuti come il miglior modello organizzativo delle cure nei confronti dei malati terminali. “Non si tratta di un punto di arrivo – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Roberta Ranocchini – ma di partenza”.
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