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Aviaria: Associazioni Consumatori chiedono un vademecum

16 feb 2006
Aviaria: Associazioni Consumatori chiedono un vademecum
Un calo del 70% nei consumi, un danno di 650 milioni di euro, in termini economici per un settore in crisi in Italia. Mentre si registrano nuovi casi di volatili morti e infetti da H5N1 in Europa, cresce nello stivale quella che ormai viene chiamata “psicosi da influenza aviaria”. Per qualcuno sarebbe ingiustificata e culturalmente tutta italiana, visto che nel resto d’Europa il calo nei consumi di carni bianche si ferma al 3%. E a proposito intervengono le Associazioni dei Consumatori del Titano: “La psicosi – dice Donatella Zanotti dello Sportello Consumatori della Csdl – nasce dalla mancanza di informazioni chiare e trasparenti, da parte della comunità scientifica come dei media, sugli effettivi rischi e sui comportamenti che il consumatore deve tenere”. “Forse un eccesso di informazione – aggiunge Gian Luigi Giardinieri dell’Asdico della Cdls – che ha visto l’attivarsi di meccanismi emotivi comprensibili: prima l’allarme BSE, poi le uova-contaminate… oggi il consumatore – dice Giardinieri – è molto più attento alla sicurezza di ciò che mangia”. Le due associazioni chiedono nuove forme di tutela: “E’ necessario informare il cittadino attraverso un vademecum sui comportamenti da tenere nei confronti delle carni e, insieme, riportare l’attenzione alla filiera alimentare, alla tracciabilità, ai controlli”.
Garanzie in merito vengono da Antonio Putti del Servizio Veterinario: “L’aviaria oggi è un problema solo zootecnico. Oggi il virus ha colpito uccelli migratori e non gli allevamenti dove i controlli sono rigorosissimi, nella prevenzione come nella fase della macellazione dell’animale. A San Marino, poi, ci sono ulteriori controlli sulla merce in ingresso”. Controllo e prevenzioni. Proprio su queste due direttrici si sta muovendo il “Gruppo di lavoro per l’influenza aviaria” attivato a San Marino come assicura Carlo Antonelli: “Ci siamo attivati su più fronti, dal censimento degli animali in territorio, ai prelievi sui volatili, al contatto continuo con l’OMS e con l’Istituto Superiore di Sanità Italiano per impostare politiche comuni, fino all’acquisizione di scorte di antivirali, se pur generici, come il Tamiflu”.

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