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“Caso titoli”: Governo determinato a non lasciare nulla d'intentato

L'Esecutivo, con una delibera del 1 febbraio, ha dato mandato all'Avvocatura dello Stato di ricorrere contro il provvedimento di archiviazione parziale

12 feb 2021
Congresso di Stato
Congresso di Stato

La decisione era in un qualche modo nell'aria, dopo la seduta del Congresso del 25 gennaio scorso. Erano passati pochi giorni dalla notizia del decreto di rinvio a giudizio firmato dal Giudice Morsiani; e in molti avevano appreso con sconcerto del possibile ridimensionamento, da un punto penale, della vicenda titoli. In quella riunione del Governo venne audito il Dirigente dell'Avvocatura dello Stato, e l'Esecutivo espresse la volontà – formalizzata poi con una delibera del primo febbraio - di “promuovere ricorso avverso il provvedimento di archiviazione parziale”. Quest'ultima, come è noto, riguarderebbe varie ipotesi di reato, fra le quali quella forse più grave – l'associazione a delinquere -, inizialmente contestata, tra gli altri, a Marino Grandoni.

Visti i termini per la presentazione del ricorso, “e considerato l'attuale carico di lavoro dell'Avvocatura dello Stato”, il Congresso ha inoltre approvato un disciplinare d'incarico in favore dell'Avvocato Tania Ercolani, che collaborerà per l'esame degli atti e l'elaborazione del ricorso. Non si vuole insomma lasciare nulla d'intentato, dopo la costituzione parte civile dell'Eccellentissima Camera, perché “la vicenda – era stato detto – interessa aspetti importanti della vita finanziaria del Paese”. Quel che appare certo, tuttavia, è che alla sbarra, nell'eventuale processo, non vi saranno né l'ex Presidente di BCSM Grais, né Francesco Confuorti, ritenuto da molti il “regista esterno” dell'operazione titoli. Nessuno dei due, infatti, figurava nell'elenco dei rinviati a giudizio, nel decreto Morsiani.


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