L'ex Presidente catalano Puigdemont – e 4 suoi ex ministri – hanno spiazzato tutti, consegnandosi alla Polizia Federale in un commissariato della Capitale belga, accompagnati dai loro avvocati. Subito dopo sono stati rilasciati su cauzione. Il Giudice istruttore per il momento non ha optato per l'arresto: deciderà domani mattina entro le 9, dopo averli sentiti alla presenza dei legali. Puigdemont, insomma, ha anticipato le Autorità belghe, che nelle ore precedenti avevano manifestato l'intenzione di fermarlo e dare seguito al mandato di cattura internazionale emesso dalla Magistratura di Madrid. L'obiettivo dell'ex capo della Generalitat potrebbe essere quello di dilatare il più possibile i tempi. La legge consente infatti una serie di ricorsi, per cui la decisione definitiva sulla sua sorte potrebbe arrivare tra 2 mesi, dopo la data fatidica del 21 dicembre: giorno in cui – nella “Regione ribelle” - si terranno le elezioni anticipate, dopo il “commissariamento” deciso da Rajoy. Secondo il quotidiano catalano La Vanguardia, infatti, il fronte indipendentista avrebbe qualche chance di conquistare il Parlamento locale. Le 3 formazioni favorevoli allo strappo con Madrid potrebbero conquistare 66 seggi in assemblea, quando la maggioranza assoluta è di 68. I vertici del Partito Democratico Europeo Catalano, dal canto loro, ribadiscono il proprio sostegno a Puigdemont, proponendolo alla guida di una eventuale lista unitaria indipendentista, nella quale figurerebbero – è stato detto - “tutti i prigionieri politici”. Per chiedere la loro liberazione, oggi, si è tenuta una nuova manifestazione a Barcellona. “Quanto sta accadendo – era scritto su alcuni cartelli – è la vergogna d'Europa”.
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