In strada per la liberazione dei “detenuti politici”. E' la richiesta dei manifestanti tornati in strada in Catalogna per chiedere il rilascio dei leader indipendentisti in carcere.
A Barcellona pneumatici sulle rotaie e proteste spontanee con blocchi del traffico: azioni di dissenso che continuano, mentre, a migliaia di chilometri di distanza, l'ex presidente catalano Carles Puigdemont e quattro suoi ministri destituiti sono stati rimessi in libertà su concessione della magistratura belga.
Ma non è finita, perché l'intenzione di Madrid di farli rientrare in patria resta. Il ministro della Giustizia spagnolo, Rafael Català, si è detto certo che la richiesta di consegna dei cinque avrà, dice, un “risultato favorevole”. Se tornasse in Spagna, Puigdemont sarebbe subito arrestato, ha spiegato il suo avvocato.
“In Belgio siamo in libertà, mentre in Spagna saremmo in prigione”, ha scritto su Twitter l'ex ministro dell'agricoltura catalano. E Puigdemont rincara la dose, anche lui twittando: “Il nostro pensiero va ai colleghi ingiustamente incarcerati – scrive - da uno Stato lontano dalla pratica democratica”.
Mauro Torresi
A Barcellona pneumatici sulle rotaie e proteste spontanee con blocchi del traffico: azioni di dissenso che continuano, mentre, a migliaia di chilometri di distanza, l'ex presidente catalano Carles Puigdemont e quattro suoi ministri destituiti sono stati rimessi in libertà su concessione della magistratura belga.
Ma non è finita, perché l'intenzione di Madrid di farli rientrare in patria resta. Il ministro della Giustizia spagnolo, Rafael Català, si è detto certo che la richiesta di consegna dei cinque avrà, dice, un “risultato favorevole”. Se tornasse in Spagna, Puigdemont sarebbe subito arrestato, ha spiegato il suo avvocato.
“In Belgio siamo in libertà, mentre in Spagna saremmo in prigione”, ha scritto su Twitter l'ex ministro dell'agricoltura catalano. E Puigdemont rincara la dose, anche lui twittando: “Il nostro pensiero va ai colleghi ingiustamente incarcerati – scrive - da uno Stato lontano dalla pratica democratica”.
Mauro Torresi
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