Accompagnata dal suo avvocato Maria Selva, il Comandante della Polizia Civile Albina Vicini è entrata questa mattina attorno alle 9.40 nello studio privato del Commissario della Legge Rita Vannucci, per uscirne solo un’ora e mezza dopo. A caldo non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione circa i contenuti del colloquio avuto col magistrato, che l’ha chiamata dopo aver ricevuto una rogatoria dalla Procura di Rimini in merito al famigerato caso patente. Le sue uniche parole sono state affidate ad una nota ufficiale, nella quale si dice obbligata, poiché più volte tirata in ballo e a sproposito, ad effettuare una puntualizzazione ed una precisazione: “In data odierna – scrive infatti – vista la richiesta di rogatoria internazionale dell’autorità giudiziaria italiana, che mi vede solo ed esclusivamente in veste di testimone in procedimento penale non a mio carico, ho rilasciato all’autorità giudiziaria sammarinese le dichiarazioni dovute. Sono stata ascoltata – prosegue la nota del Comandante Vicini – alla presenza del difensore, stante la pendenza in San Marino, per i medesimi fatti, di procedimento penale, e quindi a tutela e garanzia della mia posizione. Si rileva – conclude – che la veste di teste a me attribuita nel procedimento penale italiano, consegue, nonostante l’acquisizione di tutta la documentazione, da parte di quella autorità, riguardante la famigerata vicenda”. Per l’Italia dunque, la posizione di Albina Vicini è quella di testimone, di persona informata dei fatti. Diversa la posizione nel procedimento penale aperto a San Marino ormai da più di un anno.
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