Continuano le indagini sulle cause della morte di Marco Pantani. Nessuno sviluppo a breve sul fronte delle indagini. A dominare è il massimo riserbo per evitare qualsiasi fuga di notizie fino a quando tutti gli accertamenti degli esami tossicologici non verranno messi nero su bianco. L’unica certezza è che ora il pm paolo Gengarelli ne sa molto di più sulle cause del decesso del campione. A ragguagliarlo un lungo colloquio telefonico che il pubblico ministero, rientrato da una breve vacanza in Tunisia, ha avuto con il medico legale Giuseppe Fortuni. Bocche cucite, ovviamente, sul contenuto della conversazione: e proprio dai nuovi elementi che Fortuni ha rivelato a Gengarelli, esito delle prime due settimane di accertamenti, ripartiranno le indagini per trovare, ammesso che esistano, dei responsabili per questa morte. Medico e pm intanto cercano soprattutto di allentare la tensione dei cronisti su Procura e Questura, chiedendo almeno altre due settimane per concludere le analisi e fornire dati certi. Indagini che continuano dunque, così come le iniziative per mantenere viva la memoria di Marco. L’ultima, particolarmente suggestiva, viene dalla regione Piemonte e dal comune di Verbania che intitoleranno un monumento all’ultimo scatto del pirata sulla salita di Cascata del Toce: era la 19° tappa dell’ultimo Giro d’Italia, con un allungo dei suoi, senza voltarsi, Pantani lascia il gruppo a tre chilometri dalla vetta. Quel giorno lo scatto dello scalatore di Cesenatico desta più sensazione della vittoria di tappa di Gilberto Simoni. E’ il destino di questo campione, il cui coraggio senza calcoli al limite dell’incoscienza, entra nel cuore della gente anche quando non vince. A Pantani sarà anche dedicata, ogni anno, una montagna simbolo del Giro d’Italia: si comincerà nel 2004 con il Mortirolo, la vetta trampolino della carriera del pirata.
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