Anche negli Emirati Arabi la scuola è cominciata, con un'importante novità: nelle scuole pubbliche, per la prima volta, le classi saranno miste.
Nel Paese l'istruzione pubblica gratuita è un diritto riservato esclusivamente agli emiratini, tutti gli stranieri, al contrario, devono frequentare gli istituti privati. E se gli asili e le scuole internazionali sono da sempre miste, in quelle pubbliche è solamente da quest'anno che i bimbi e le bimbe potranno sedere insieme dietro ai banchi.
La decisione è stata presa dal Ministry of Education per frenare il cattivo comportamento e la scarsa disciplina degli studenti maschi nelle aule scolastiche. Che suona quasi come un'autocritica su quanto l'educazione impartita ai figli sia differente rispetto a quella delle figlie femmine. Secondo il ministro, l'obiettivo è anche di porre le basi per preparare una generazione nella quale, sempre di più, gli uomini e le donne si troveranno a lavorare fianco a fianco.
L'opinione pubblica emiratina, inaspettatamente agli occhi degli expat che vivono qui, si è divisa, accendendo un dibattito sulle pagine Social dei quotidiani, unico spazio concesso per esprimere il proprio dissenso. Tra genitori che condividono la novità, sostenendo che insegnare ai bimbi a stare insieme fin da piccoli potrebbe migliorare i rapporti da adulti, e chi sostiene – la maggioranza a giudicare dagli interventi - come maschi e femmine non dovrebbero stare insieme in così tenera età. I commenti più critici, sono arrivati dalle mamme: "La mentalità della nostra società è diversa da quella dell'Occidente - scrive una di loro su The National -. Ai ragazzi viene insegnato che sono uomini e duri. Se una ragazzina litigasse con un compagno, verrebbe probabilmente aggredita".
Dal fronte dei “no” è partita addirittura una petizione indirizzata all'Abu Dhabi Education Council, ma il Governo ha immediatamente risposto che la decisone è irrevocabile e che l'obiettivo, a lungo termine, è di porre fine alla pratica di molte donne che evitano certi campi perché lavorerebbero in un ambiente misto.
Sul fronte dei “sì”, molti gli interventi dei presidi che cercano di persuadere i genitori: “i bambini che crescono insieme – scrive il Principal della Al Asayel School - imparano come comunicare tra loro e rispettarsi a vicenda”.
Insomma, la sfida, per una rivoluzione sociale così profonda per le giovani generazioni, è ora quella di abbattere le barriere culturali dei loro vecchi genitori.
Elisabetta Norzi
Nel Paese l'istruzione pubblica gratuita è un diritto riservato esclusivamente agli emiratini, tutti gli stranieri, al contrario, devono frequentare gli istituti privati. E se gli asili e le scuole internazionali sono da sempre miste, in quelle pubbliche è solamente da quest'anno che i bimbi e le bimbe potranno sedere insieme dietro ai banchi.
La decisione è stata presa dal Ministry of Education per frenare il cattivo comportamento e la scarsa disciplina degli studenti maschi nelle aule scolastiche. Che suona quasi come un'autocritica su quanto l'educazione impartita ai figli sia differente rispetto a quella delle figlie femmine. Secondo il ministro, l'obiettivo è anche di porre le basi per preparare una generazione nella quale, sempre di più, gli uomini e le donne si troveranno a lavorare fianco a fianco.
L'opinione pubblica emiratina, inaspettatamente agli occhi degli expat che vivono qui, si è divisa, accendendo un dibattito sulle pagine Social dei quotidiani, unico spazio concesso per esprimere il proprio dissenso. Tra genitori che condividono la novità, sostenendo che insegnare ai bimbi a stare insieme fin da piccoli potrebbe migliorare i rapporti da adulti, e chi sostiene – la maggioranza a giudicare dagli interventi - come maschi e femmine non dovrebbero stare insieme in così tenera età. I commenti più critici, sono arrivati dalle mamme: "La mentalità della nostra società è diversa da quella dell'Occidente - scrive una di loro su The National -. Ai ragazzi viene insegnato che sono uomini e duri. Se una ragazzina litigasse con un compagno, verrebbe probabilmente aggredita".
Dal fronte dei “no” è partita addirittura una petizione indirizzata all'Abu Dhabi Education Council, ma il Governo ha immediatamente risposto che la decisone è irrevocabile e che l'obiettivo, a lungo termine, è di porre fine alla pratica di molte donne che evitano certi campi perché lavorerebbero in un ambiente misto.
Sul fronte dei “sì”, molti gli interventi dei presidi che cercano di persuadere i genitori: “i bambini che crescono insieme – scrive il Principal della Al Asayel School - imparano come comunicare tra loro e rispettarsi a vicenda”.
Insomma, la sfida, per una rivoluzione sociale così profonda per le giovani generazioni, è ora quella di abbattere le barriere culturali dei loro vecchi genitori.
Elisabetta Norzi
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