Un altro giorno di guerriglia in Egitto. Si contano un centinaio di vittime e il bilancio pare destinato a salire. I manifestanti antigovernativi hanno continuato a sfidare i carri armati nonostante il coprifuoco, nuovamente in vigore dal pomeriggio. In migliaia al Cairo, ma anche in altre città. Scontri a Ismailia, Alessandria, nel Sinai e a Rafah, al confine con Israele, dove sono stati uccisi tre agenti. Nella capitale, la polizia ha sparato sui dimostranti all’assalto del ministero degli interni, e respinto un tentativo di saccheggio al Museo egizio, ma due mummie di faraoni sono andate distrutte. E proprio a causa dei saccheggi, panico e paura si stanno diffondendo tra la popolazione. Intanto Omar Soleiman è stato nominato vicepresidente da Mubarak, durante una riunione straordinaria che si è tenuta alla presidenza. Mentre il ministro dell’aviazione civile, Ahmed Shafik, è stato incaricato dal rais di formare il nuovo governo. Il mondo segue con apprensione l’evolversi della situazione. Israele, in ansia per il dilagare dell’intifada, si prepara al peggio. Le autorità egiziane “non possono semplicemente mescolare le carte e rimanere ferme” – dichiara invece il Dipartimento di Stato americano. Mentre per l’Iran le proteste egiziane sono in linea con “un’ondata islamica che vuole “la giustizia”.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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