Avrebbe abusato sessualmente di un ragazzino di 13 anni di Rimini durante un pellegrinaggio a Medjugorie, approfittando della fiducia che i genitori del giovane riponevano su di lui. Una serie di episodi di violenza dal maggio del 2006 al gennaio dell’anno successivo. Questo, almeno, è il capo d’accusa, pesante come un macigno. Ma lui – il 35enne cileno ex sacerdote, sospeso a divinis dopo aver lasciato la propria comunità religiosa – ha negato tutto.
Quando gli agenti della squadra mobile di Rimini l’hanno fermato era impegnato come badante in una struttura socio-sanitaria dove vengono prestate cure a infermi e disabili. Un lavoro che svolgeva da tempo. Pare inoltre che, nonostante la sospensione, continuasse a celebrare messa e si spacciasse addirittura come esorcista. I fatti – se davvero sono avvenute violenze – risalirebbero all’ultimo semestre del 2006, quando faceva l’accompagnatore di pellegrinaggi verso luoghi di culto. Secondo l’accusa, in questo periodo sarebbe riuscito a conquistare la fiducia di alcune famiglie che gli avrebbero affidato i propri figli. Tra questi anche il 13enne riminese che dopo le presunte molestie raccontò tutto ai genitori, i quali si rivolsero poi alle forze dell’ordine. Le indagini, ovviamente, proseguono. Gli investigatori si chiedono se anche altri ragazzi siano coinvolti in questa vicenda.
Quando gli agenti della squadra mobile di Rimini l’hanno fermato era impegnato come badante in una struttura socio-sanitaria dove vengono prestate cure a infermi e disabili. Un lavoro che svolgeva da tempo. Pare inoltre che, nonostante la sospensione, continuasse a celebrare messa e si spacciasse addirittura come esorcista. I fatti – se davvero sono avvenute violenze – risalirebbero all’ultimo semestre del 2006, quando faceva l’accompagnatore di pellegrinaggi verso luoghi di culto. Secondo l’accusa, in questo periodo sarebbe riuscito a conquistare la fiducia di alcune famiglie che gli avrebbero affidato i propri figli. Tra questi anche il 13enne riminese che dopo le presunte molestie raccontò tutto ai genitori, i quali si rivolsero poi alle forze dell’ordine. Le indagini, ovviamente, proseguono. Gli investigatori si chiedono se anche altri ragazzi siano coinvolti in questa vicenda.
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