San Marino “porto franco” della fecondazione assistita? Negli ultimi giorni voci insistenti si sono succedute in proposito, alimentando di fatto un clima di tensione anche a livello politico. Un tema dalle molteplici implicazioni: da una parte la connotazione di San Marino, quale stato conservatore e profondamente legato ai valori religiosi; dall’altra l’esigenza di incentivare in territorio ulteriori settori di sviluppo. Maggioranza spaccata e partiti d’opposizione con il dente avvelenato: c’è chi ne fa una questione di rilevanza scientifica, senza trascurare la ricaduta economica sull’intero Paese, e chi invece ne fa una questione etica e morale, volta a garantire in primis la tutela dei diritti dell’embrione fin dal suo concepimento. Resta il fatto che la legislazione sammarinese lascia aperte molte scappatoie per coloro che desiderano avere un figlio attraverso l’inseminazione artificiale. San Marino, potrebbe diventare una méta appetibile soprattutto per aggirare la normativa italiana da qualche giorno in vigore, e che spianerebbe la strada alla creazione di un centro di ricerca di livello internazionale. Indiscrezione che però non trova conferme ufficiali. Laconico il commento del Segretario di Stato alla Sanità: “Al momento non sono arrivate proposte concrete”. Insomma, il Titano fa gola e tutto fa pensare che la materia scatenerà innumerevoli polemiche. Il dibattito rimane aperto.
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