Sostenitori e contestatori di Mubarak si sono fronteggiati per tutta la giornata in piazza Tahrir, il cuore della rivolta al Cairo, alla vigilia delle nuove proteste di massa previste per domani. Per avere ragione dei manifestanti il regime ha fatto nuovamente ricorso ai cecchini. Hanno aperto il fuoco dal tetto dell’hotel Remsis, nel centro della capitale, uccidendo una persona e ferendone due. Il tutto davanti alle telecamere di Al Jazira. Alcuni fedelissimi del presidente Mubarak hanno invece sparato contro i manifestanti. Fonti mediche riferiscono che uno straniero è stato picchiato a morte. Restano distanti anche le posizioni diplomatiche. El Baradei e i Fratelli Musulmani hanno fatto sapere che il presupposto di qualsiasi negoziato sono “le dimissioni del rais”. Una richiesta inaccettabile per il premier Shafiq, che ha comunque chiesto scusa per le vittime e si è detto pronto ad incontrare i reazionari. Per tentare di calmare gli animi, il vicepresidente Suleiman ha ribadito che né Mubarak, né il figlio Gamal, l’erede designato, si candideranno alle presidenziali. Intanto è caccia ai giornalisti stranieri, finiti nel mirino dei fedelissimi del presidente: decine di persone hanno fatto irruzione negli hotel dando la caccia ai reporter. Asserragliate anche le troupe italiane. Numerosi funzionari delle Nazioni Unite hanno già lasciato il Paese perché la situazione sta diventando sempre più instabile.
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