“Il nostro Paese è profondamente legato alla figura del grande Poeta, protagonista della memorabile orazione tenuta il 30 settembre 1894 per l’inaugurazione di Palazzo Pubblico.”
Così i Capitani Reggenti hanno salutato i partecipanti alla giornata carducciana. Il testo di quel discorso, per la Reggenza, costituisce una miniera di spunti culturali inesauribili. Viene da chiedersi, secondo i Capi di Stato, quale influsso il discorso sulla libertà perpetua abbia ricevuto dalla cultura sammarinese, quale sia il filo conduttore che ne ha collegato l’ispirazione con la struttura architettonica del Palazzo Pubblico e quali siano stati, in prospettiva, il messaggio e la testimonianza che Carducci ha voluto lasciare. La Reggenza, dopo aver riflettuto sull’orazione e sulle parti in cui l’immagine della nostra Repubblica si riconferma simbolo di valori laici e religiosi e la fede inseparabile dalla coscienza civile, ha fatto proprie le parole che Marino Rossi scrisse a suo tempo in prefazione al testo carducciano: “E’ un discorso denso di cose dentro l’involucro diafano della parola che persuade e avvince, perché sempre congiunta alla profonda dottrina dello studioso e illuminata dalla luce divina della poesia”. Alla sala Sums l’apertura dei lavori con il saluto del Presidente della Fondazione San Marino Giovanni Galassi, del Presidente della Rubiconda Accademia dei Filopatridi Lorenzo Cappelli e del Segretario alla Cultura Francesca Michelotti. La nostra Repubblica ha molto amato il Carducci- ha detto la Michelotti- e anche lui ha amato il nostro paese. Poi una riflessione sulla storia di San Marino nel suo lungo cammino verso e per la libertà. Perché non possiamo fare una politica culturale- ha spiegato- senza conoscere il nostro passato la cui lettura è filologia, critica, interpretazione. Quando vi si fa riferimento occorre farlo attraverso una visione pluralistica. E giornate come queste possono offrire una chiave di lettura in più favorendo la nostra conoscenza critica”. Il Carducci è stato al contempo poeta, letterato, politico. Attento osservatore dei mutamenti del suo paese a cui si è dedicato con autentico spirito di servizio. Da qui la riflessione sulla libertà, quella libertà perpetua a cui nel suo famoso discorso fece riferimento. La libertà non è uno slogan- ha spiegato Galassi- ma è qualcosa che si crea giorno per giorno. Non si mantiene nell’ignoranza, nella sopraffazione, nell’interesse personale. Grande attenzione è stata poi riservata agli oratori Pantaleo Palmieri , Salvatore Capodieci, Maria Antonietta Bonelli e Giuseppe Rossi i cui interventi- molto applauditi- hanno approfondito aspetti del grande poeta ai più sconosciuti. Con un riferimento particolare al suo rapporto con San marino. Un omaggio ad un uomo che fu anche grande prosatore e geniale oratore.
Così i Capitani Reggenti hanno salutato i partecipanti alla giornata carducciana. Il testo di quel discorso, per la Reggenza, costituisce una miniera di spunti culturali inesauribili. Viene da chiedersi, secondo i Capi di Stato, quale influsso il discorso sulla libertà perpetua abbia ricevuto dalla cultura sammarinese, quale sia il filo conduttore che ne ha collegato l’ispirazione con la struttura architettonica del Palazzo Pubblico e quali siano stati, in prospettiva, il messaggio e la testimonianza che Carducci ha voluto lasciare. La Reggenza, dopo aver riflettuto sull’orazione e sulle parti in cui l’immagine della nostra Repubblica si riconferma simbolo di valori laici e religiosi e la fede inseparabile dalla coscienza civile, ha fatto proprie le parole che Marino Rossi scrisse a suo tempo in prefazione al testo carducciano: “E’ un discorso denso di cose dentro l’involucro diafano della parola che persuade e avvince, perché sempre congiunta alla profonda dottrina dello studioso e illuminata dalla luce divina della poesia”. Alla sala Sums l’apertura dei lavori con il saluto del Presidente della Fondazione San Marino Giovanni Galassi, del Presidente della Rubiconda Accademia dei Filopatridi Lorenzo Cappelli e del Segretario alla Cultura Francesca Michelotti. La nostra Repubblica ha molto amato il Carducci- ha detto la Michelotti- e anche lui ha amato il nostro paese. Poi una riflessione sulla storia di San Marino nel suo lungo cammino verso e per la libertà. Perché non possiamo fare una politica culturale- ha spiegato- senza conoscere il nostro passato la cui lettura è filologia, critica, interpretazione. Quando vi si fa riferimento occorre farlo attraverso una visione pluralistica. E giornate come queste possono offrire una chiave di lettura in più favorendo la nostra conoscenza critica”. Il Carducci è stato al contempo poeta, letterato, politico. Attento osservatore dei mutamenti del suo paese a cui si è dedicato con autentico spirito di servizio. Da qui la riflessione sulla libertà, quella libertà perpetua a cui nel suo famoso discorso fece riferimento. La libertà non è uno slogan- ha spiegato Galassi- ma è qualcosa che si crea giorno per giorno. Non si mantiene nell’ignoranza, nella sopraffazione, nell’interesse personale. Grande attenzione è stata poi riservata agli oratori Pantaleo Palmieri , Salvatore Capodieci, Maria Antonietta Bonelli e Giuseppe Rossi i cui interventi- molto applauditi- hanno approfondito aspetti del grande poeta ai più sconosciuti. Con un riferimento particolare al suo rapporto con San marino. Un omaggio ad un uomo che fu anche grande prosatore e geniale oratore.
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