“Giornata dei Giusti: occasione per rafforzare l'impegno comune contro ogni forma di violenza, intolleranza, razzismo”. I Capitani Reggenti, Filippo Tamagnini e Gaetano Troina, ripercorrono origini e significato della ricorrenza, istituita nel 2012 dal Parlamento Europeo: Il 6 marzo del 2007 moriva, infatti, Moshe Bejski, magistrato israeliano superstite della Shoa, Presidente della Commissione dei Giusti tra le Nazioni di “Jad Vashem”, che attribuisce il riconoscimento a quanti, disinteressatamente e a proprio rischio, cercarono di salvare gli ebrei dallo sterminio nazista.
Ne attualizzano il significato: “Oggi i giusti – scrivono – sono quanti mettono a repentaglio se stessi per salvare vite umane, contro regimi sanguinari, ideologie totalitarie o estremismi”. E' un omaggio allargato a chi, nei differenti contesti storici spende la vita per sottrarre l'altro dalla crudeltà generata dall'odio.
Poi l'appello a riconoscere la diversità – tra nazionalità, religioni, identità - come “ricchezza, che è l'anima del nostro esistere e del nostro convivere”. Un messaggio universale che la Reggenza affida ai giovani, richiamando l'importanza dell'azione educativa, a partire dalla scuola ma anche da esempi concreti di civiltà e umanità: “Trasmettere la memoria di azioni di coraggio ai giovani – conclude - è un monito per le istituzioni, per gli adulti, perché i valori della solidarietà e del rispetto dei diritti umani accompagnino l'agire e il pensare di ogni Popolo”.