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Inquinamento, l'allarme dei pediatri: le 5 buone pratiche per proteggere i bambini dallo smog

L'aria, soprattutto in Pianura Padana, è ormai satura di polveri sottili e inquinanti. Fondamentale proteggere i bambini, sia prima che dopo la nascita, per evitare malattie acute ma anche nel lungo periodo.

di Silvia Fabbri
2 mar 2024
Inquinamento, l'allarme dei pediatri: le 5 buone pratiche per proteggere i bambini dallo smog

L'inquinamento atmosferico che in queste ultime settimane sta attanagliando in particolar modo la Pianura Padana inizia a preoccupare per le conseguenze e le possibili ripercussioni sulla salute. Soprattutto quella dei bambini, più vulnerabili degli adulti. La Società Italiana di Pediatria ha fatto chiarezza circa gli effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute dei più piccoli e su ciò che ciascuno di noi può fare individualmente per proteggerli attraverso l’adozione di buone pratiche e corretti stili di vita.

Gli effetti dello smog sulla salute dei bambini

Secondo la Commissione Ambiente della Società Italiana di Pediatria esiste una forte associazione tra inquinamento atmosferico - generato principalmente da traffico - e problemi di salute respiratoria nei bambini. In particolare, il loro organismo in formazione, la loro maggiore predisposizione a respirare con la bocca evitando il “filtro” nasale e il loro permanere spesso per un tempo maggiore all'aria aperta, li renderebbe più sensibili ed esposti. 
Gli effetti dell’inquinamento da traffico sulla salute respiratoria dei bambini possono essere:

  •  acuti: dovuti all’esposizione di breve durata ad elevate concentrazioni di inquinanti, particolarmente frequenti nelle ore di picco di traffico
  •  cronici: che si manifestano cioè dopo una esposizione prolungata a livelli di inquinanti non necessariamente elevati.

Le patologie associate all'esposizione agli inquinanti: asma e malattie respiratorie

Studi epidemiologici hanno dimostrato che l’esposizione in gravidanza a inquinanti da traffico veicolare, quale il particolato e gli ossidi di azoto, è associato ad un amentato rischio di sviluppare asma. Ampi studi hanno inoltre dimostrato che i bambini residenti sin dalla nascita in aree urbane o metropolitane hanno un aumentato rischio di sviluppare malattie respiratorie. Gli effetti a breve termine possono essere attacchi acuti di asma e infezioni a carico delle vie aeree come otiti, polmoniti e bronchioliti. Inoltre, i bambini asmatici che vivono in ambienti inquinati sperimentano un aumento delle riacutizzazioni, delle visite in emergenze e dei ricoveri. Tra gli effetti a lungo termine vi è il possibile contributo al declino della funzione respiratoria.

Basso peso alla nascita, prematurità e sviluppo neurologico: fare attenzione ai "primi mille giorni"

Da recenti dati, seppur meno consolidati, emergerebbero ulteriori effetti avversi sulla salute causati dallo smog, soprattutto riguardanti l'epoca prenatale.
In particolare, l’esposizione al PM2.5 in tale stadio si assocerebbe a:

  • Basso peso;
  • Prematurità;
  • In misura minore ad anomalie congenite come cardiopatie.

Il particolato, soprattutto in epoca prenatale e nei primi mesi di vita, potrebbe addirittura influenzale lo sviluppo neurologico, portando a risultati inferiori nei test cognitivi e di motricità.
“In particolare, bisogna fare attenzione ai cosiddetti ‘primi mille giorni’, l’arco di tempo che va dal concepimento fino ai primi due anni di vita, che è un periodo particolarmente importante nella vita di una persona perché ciò che accade in questo lasso di tempo ha degli effetti, anche a lungo termine, sulla salute di quell’individuo. Ci sono diversi studi importanti che ci hanno mostrato come anche gli inquinanti ambientali possano esercitare un ruolo da questo punto di vista e lasciare un’impronta determinante per tutto il resto della vita di un individuo”, spiega Rino Agostiniani, Consigliere nazionale SIP.

Le regole dei pediatri per inquinare meno

  1. Transitare poco in zone trafficateQuando i rischi ambientali aumentano sarebbe preferibile uscire esclusivamente in aree verdi, evitando lunghi transiti in zone particolarmente trafficate, ricordando che girare con il passeggino in strade altamente trafficate genera sicuramente dei rischi maggiori in quanto il bambino è all’altezza dei gas di scarico.
  2. Muoversi a piedi, in bici o con i mezzi pubblici: nell’ambito poi di una riflessione più ampia su ciò che non solo si può fare per tutelare il proprio bambino, ma per ridurre il proprio impatto ambientale e quello del nucleo familiare, una delle indicazioni più semplici che arrivano dai pediatri è quella, quando possibile, di muoversi a piedi, con i mezzi pubblici o con la bicicletta. Scegliere luoghi di riferimento per le proprie attività che si trovano nel quartiere, specie nelle grandi città, può aiutare. Dalla scuola, alla spesa fino agli hobby pomeridiani dei più piccoli.
  3. D’inverno fuori nelle ore più calde, d’estate il contrario: Durante l’inverno con il freddo il particolato si condensa a formare goccioline di aerosol più facilmente inalabili: meglio dunque stare fuori casa nelle ore più calde, mentre d’estate sono le ore centrali della giornata quelle da evitare, perché nei mesi estivi i livelli di ozono aumentano nel corso della giornata con l’aumentare della temperatura.
  4. Alla guida velocità moderata e motore spento da fermi: Prediligere - se possibile - modelli di auto meno inquinanti, è importante rispettare le disposizioni sui limiti di accesso alle zone a traffico limitato o i divieti di circolazione nella fascia verde nelle giornate particolarmente inquinate, moderare la velocità, mantenere spento il motore se non necessario.
  5. Far diventare ‘green’ anche il proprio condominio: effettuare scelte energetiche più sostenibili ed efficienti, valutando l’installazione di un impianto di riscaldamento di minore impatto sull’ambiente..










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