Dopo il caso del canale WhatsApp con contenuti pericolosi a San Marino, ci si interroga su come rapportarsi con i propri figli nell'utilizzo dei social e come affrontare con loro situazioni del genere. Abbiamo chiesto un commento e una serie di consigli alla psicologa Ilaria Albano. In casi del genere "potremmo notare cambiamenti improvvisi nel comportamento dei figli, anche di chiusura - dice Albano - ma è difficile che ci siano segnali universali e un genitore potrebbe non coglierli osservando il solo comportamento. Anche quando pensiamo che i nostri figli siano responsabili, è importante non dare nulla per scontato e continuare a monitorare insieme a loro gruppi e conversazioni, soprattutto quelli in cui si viene aggiunti da sconosciuti. I minori non possono avere gli strumenti sufficienti per capire cosa è pericoloso per loro e cosa no".
Poi il capitolo 'monitoraggio' che, per la psicologa, deve essere trasparente. "Non dobbiamo controllarli di nascosto - spiega - ed è utile avere anche un approccio flessibile, provando a negoziare delle regole: magari lasciando loro uno spazio sicuro in cui avere privacy. Possiamo anche accogliere la curiosità dei più piccoli verso il mondo dell'affettività e della sessualità, più che delegare tutto a informazioni passate sottobanco. Non siamo lì per giudicare e per farli sentire in colpa: il nostro compito è accompagnarli gradualmente a una loro autonomia. Possiamo dare fiducia e libertà, ma ricordandoci che è nostro dovere proteggerli".