264 firme raccolte in poco più di una settimana. Il Comitato Permanente di Falciano – in cui è confluito per l’occasione il Comitato dei residenti nella zona del Joseph Club - ha consegnato ai Capitani Reggenti la propria petizione e spiegato Loro i motivi della protesta. 'Il nostro intento – dicono - è quello di agire secondo legalità, rivolgendoci direttamente alle più alte istituzioni dello Stato per evitare iniziative personali, che contribuirebbero soltanto a peggiorare l’attuale clima di tensione'. 'La situazione è complessa – sostiene Eros Merlini dello stesso Comitato – perché ogni fine settimana centinaia di persone parcheggiano in modo selvaggio davanti alle nostre abitazioni. E ciò accade per la mancanza di posti auto adeguati. Per di più – continua Merlini - alla chiusura del locale, intorno alle 4,30-5,00 del mattino, spesso si verificano atti vandalici, oltre agli insostenibili schiamazzi che disturbano la quiete di tutta la zona'. Il Comitato chiede poi di far luce sul tipo di licenza rilasciata ai titolari del Joseph e soprattutto in base a quali permessi sia ospitato all’interno del locale un numero di persone ben più alto rispetto alla reale capienza della struttura. Infine, l’appello alla Gendarmeria per intensificare i controlli soprattutto nell’orario di chiusura e garantire così maggiore sicurezza ai cittadini. La Reggenza, da tempo a conoscenza del problema, si è assunta l’impegno di portare la questione in Congresso di Stato già lunedì prossimo. Intanto, dal Joseph la replica non si fa attendere. “Accogliamo con rammarico l’iniziativa del Comitato – dichiara il titolare, Daniele Billi – perché la riteniamo frutto di strumentalizzazioni da parte di qualcuno. Abbiamo sempre dato la massima disponibilità verso le esigenze dei cittadini. Ora però la Società di gestione del Joseph, la Ritual Pub Srl, comincerà a tutelarsi - anche con azioni legali all’occorrenza - perché l’attività del locale non si esaurisce nelle sole serate danzanti del fine settimana, ma vengono organizzati anche convegni e ricevimenti. Tutto ciò sta inevitabilmente creando danni alla nostra immagine”.
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