“Voteremo a favore dell'ammissione del Kosovo nell'UNESCO”. La notizia viene dal Dipartimento per gli Affari Esteri di San Marino, ed è stata giustificata dalle relazioni diplomatiche ufficiali, con Pristina, intraprese dal Titano dall'Ottobre del 2012. La Repubblica, dunque, scopre le carte. Decisione che potrebbe avere ripercussioni – tuttavia - nei rapporti con Belgrado, che continua a considerare il Kosovo come una propria provincia autonoma. Il presidente serbo Tomislav Nikolic ha duramente criticato la richiesta di adesione kosovara; e questo per una serie di motivi. Innanzitutto perché tutto ciò potrebbe avere conseguenze negative sul dialogo in corso tra le due parti. Vi è poi una forte preoccupazione sul futuro del patrimonio artistico-culturale serbo in Kosovo: dal '99 in poi – ha sottolineato Nikolic - si è assistito ad una sistematica distruzione e danneggiamento di chiese e monasteri ortodossi, da parte della popolazione di etnia albanese. Si è giunti anche a profanare cimiteri, come testimoniato da un nostro reportage di 2 anni fa. Le 4 località kosovare, inserite nella lista del “Patrimonio dell'Umanità”, sono i monasteri di Decani e Gracanica, il Patriarcato di Pec e la chiesa di Bogorodica Ljeviska a Prizren. Siti considerati dai serbi come luoghi fondanti della propria identità e difesi – in alcuni casi – dai contingenti internazionali, anche italiani. La richiesta kosovara, per essere approvata alla conferenza di Parigi, necessiterà del supporto di due terzi, dei 195 Paesi membri dell'UNESCO. L'esito è incerto, visto che fino ad ora solo 111 Stati hanno riconosciuto l'autoproclamata indipendenza del Kosovo.
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