Nessuna lacrima in ricordo di don Oreste, ma tanti sorrisi, quei sorrisi che con estrema dolcezza rivolgeva ai bimbi disabili, alle prostitute, agli immigrati, ai nomadi, ai tossicodipendenti, ai malati di Aids.
“E’ ancora qui tra noi - si sente ripetere alla comunità papa Giovanni XXIII - la sua forza e il suo coraggio ci ispirano quotidianamente.”
E in effetti lo ripeteva spesso prima di morire: “quando salirò in cielo non vi lascerò in pace”.
Nel cimitero di Rimini, davanti alla nuova lapide a lui dedicata, tante persone e altrettanti aneddoti, affreschi di vita sussurrati tra una preghiera e l’altra, sempre con il sorriso.
Come quando inseguiva le prostitute, infaticabile nella sua volontà di redimerle, accogliendo e liberandone seimila in 15 anni. E nel suo instancabile cammino a fianco degli ultimi, ha sempre dato voce agli emarginati; una voce che non si è mai spenta e che vibra forte nei cuori di chi lo ha conosciuto.
Monica Fabbri
“E’ ancora qui tra noi - si sente ripetere alla comunità papa Giovanni XXIII - la sua forza e il suo coraggio ci ispirano quotidianamente.”
E in effetti lo ripeteva spesso prima di morire: “quando salirò in cielo non vi lascerò in pace”.
Nel cimitero di Rimini, davanti alla nuova lapide a lui dedicata, tante persone e altrettanti aneddoti, affreschi di vita sussurrati tra una preghiera e l’altra, sempre con il sorriso.
Come quando inseguiva le prostitute, infaticabile nella sua volontà di redimerle, accogliendo e liberandone seimila in 15 anni. E nel suo instancabile cammino a fianco degli ultimi, ha sempre dato voce agli emarginati; una voce che non si è mai spenta e che vibra forte nei cuori di chi lo ha conosciuto.
Monica Fabbri
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