“Chiederemo un incontro urgente con il Governo per il completamento della pista a 500 metri e per la messa in sicurezza dell’area”. Così i vertici dell’Aeroclub, alle prese con la nuova puntata di quella che sembra una storia infinita. L’ultima polemica nasce dai lavori, definiti abusivi, sui 100 metri di terreno di proprietà privata, che si frappongono tra i 350 metri di pista dell’aviosuperfice e altri 50 metri di terreno di proprietà dello Stato, in gestione all’Aeroclub di Torraccia.
Il brutto inverno appena trascorso ha causato una frana propria dell’area privata. La proprietà, affermano i gestori del club, ci aveva chiesto di sistemarla. Di qui gli interventi nella scarpata, con i relativi drenaggi. E’ vero, affermano, abbiamo lavorato su un terreno non nostro ma per ripristinarlo, perché davanti a una frana non potevamo non intervenire, soprattutto per motivi di sicurezza. Nessuna polemica, dai vertici dell’Aeroclub, ma molta amarezza. Da 20 anni, ricordano, il piano regolatore generale ha destinato quest’area a servizi per il volo. Lo Stato non la considera solo una struttura sportiva, ma un punto da cui sviluppare il turismo aeronautico. Di qui l’acquisto del terreno dato in gestione all’aeroclub, preceduto dall’approvazione del progetto che prevede una pista di 800 metri. Oggi la struttura conta oltre 200 associati. Da qui non partono solo i voli amatoriali ma anche quelli della protezione civile. Intendiamo continuare la nostra battaglia, concludono, per convincere lo Stato a completare la struttura e ottenere, così, una pista di almeno 500 metri.
Il brutto inverno appena trascorso ha causato una frana propria dell’area privata. La proprietà, affermano i gestori del club, ci aveva chiesto di sistemarla. Di qui gli interventi nella scarpata, con i relativi drenaggi. E’ vero, affermano, abbiamo lavorato su un terreno non nostro ma per ripristinarlo, perché davanti a una frana non potevamo non intervenire, soprattutto per motivi di sicurezza. Nessuna polemica, dai vertici dell’Aeroclub, ma molta amarezza. Da 20 anni, ricordano, il piano regolatore generale ha destinato quest’area a servizi per il volo. Lo Stato non la considera solo una struttura sportiva, ma un punto da cui sviluppare il turismo aeronautico. Di qui l’acquisto del terreno dato in gestione all’aeroclub, preceduto dall’approvazione del progetto che prevede una pista di 800 metri. Oggi la struttura conta oltre 200 associati. Da qui non partono solo i voli amatoriali ma anche quelli della protezione civile. Intendiamo continuare la nostra battaglia, concludono, per convincere lo Stato a completare la struttura e ottenere, così, una pista di almeno 500 metri.
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