Ha risposto punto per punto a tutte le domande del Gip di Milano Gianfranco Criscione tentando di smontare il castello accusatorio secondo il quale il professionista sammarinese era d’accordo con Marco Moroni, l’imprenditore ternano arrestato nel dicembre 2008 per bancarotta fraudolenta. Livio Bacciocchi ha affermato che il 20% dei 2 milioni di euro portati da Moroni a San Marino corrispondono alla parcella notarile e non certo ad una quota parte di un sodalizio criminale, tra i due. Si tratta dell’onorario per le operazioni che hanno coinvolto le due società sammarinesi dell’imprenditore ternano e la Fincapital. E in Fincapital – la finanziaria di Dogana, recentemente posta in liquidazione coatta – “ero socio alla luce del sole” ha precisato Bacciocchi. Il suo difensore – l’avvocato Alessandro Petrillo – ha chiesto la scarcerazione immediata. Il Gip si è riservato di decidere una volta sentito il parere del pubblico ministero a cui sono già stati inviati i verbali dell’interrogatorio. Ma perché Bacciocchi è stato arrestato proprio sabato scorso, nella tarda mattinata, se la vicenda giudiziaria risale ad oltre due anni fa? Sembrerebbe che Marco Moroni – e cioè il principale indagato in tutta la vicenda – sia stato recentemente sentito dagli inquirenti ed abbia cambiato versione per l’ennesima volta, chiamando in correità il notaio sammarinese. Il fascicolo processuale è molto corposo: nove faldoni per oltre un migliaio di pagine, ma non ci sarebbero verbali di intercettazioni telefoniche, che quindi si presume – e sarebbe anomalo - non siano state effettuate. L’avvocato di Bacciocchi, Petrillo, smentisce inoltre la notizia di avvisi di garanzia, di altre procure, nei confronti del suo assistito.
Luca Salvatori
Luca Salvatori
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