Si naviga a vista, a Bruxelles: ogni Paese dell'Unione – ormai è chiaro - agisce senza alcun tipo di coordinamento di fronte ad una situazione ormai sfuggita di mano – a livello di opinione pubblica -, specie dopo i fatti di Colonia. “Non vogliamo dare l'impressione che l'Europa sia una porta aperta”: così il portavoce della commissione Ue ha commentato l'annuncio della Svezia sull'espulsione di 80mila richiedenti asilo, le cui domande sono state respinte. Il vicedirettore di Famiglia Cristiana, Fulvio Scaglione, non nasconde le proprie preoccupazioni. Intanto la situazione si fa proibitiva per i migranti: chi sopravvive alle onde del Mare Egeo, può trovarsi la strada sbarrata al confine tra Grecia e Macedonia, o tra Croazia e Slovenia. Il tutto in condizioni di estrema precarietà, e il freddo e la neve – certo – non aiutano. I Paesi della cosiddetta Rotta balcanica – dal canto loro – temono che la permanenza di masse crescenti di disperati, sul proprio territorio, possano portare al collasso le rispettive economie
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