A seguito delle polemiche emerse in Aula consiliare a proposito dei rapporti intrattenuti con l'ex Banca CIS e con l'imprenditore saudita Ali Turki, insieme a dettagli riferibili alla sua vita privata, Mohamed Ali Ashraf – dopo diversi mesi - rompe il silenzio e replica a quella che definisce “una straripante ondata di fango” riversata su di lui a più riprese. “Residente in Italia da oltre 25 anni presso un domicilio (e ciò a beneficio di chi con bramosia se lo chieda) più che notorio a tutti, il sottoscritto - scrive - appartiene ad una nota famiglia egiziana, ha condotto sino alla laurea i propri studi in Egitto ed all’estero, parla fluentemente 5 lingue e, sin dall’inizio della propria attività imprenditoriale ha da sempre conseguito numerosi reward e riconoscimenti professionali in ambito sia italiano che internazionale".
"L’attività che il sottoscritto quotidianamente svolge – continua - è dunque del tutto difforme dalla casuale ed estemporanea presentazione del dott. Turki agli allora azionisti di maggioranza di Banca CIS, attività che invero – ammette - non ha creato altro che nocumento alla mia persona e, probabilmente, anche alla persona del dott. Turki. Il rapporto con Banca CIS, - prosegue la nota - caratterizzato da una linea di credito destinata allo svolgimento della mia attività lavorativa debitamente garantita da una iscrizione ipotecaria su un terreno dal valore considerevolmente capiente, ha, lo confermo con ancor più chiarezza, unicamente cagionato al sottoscritto danni economici, professionali e reputazionali”. Ashraf censura, infine, “le deplorevoli esternazioni provenienti da fazioni politiche e giornalistiche, al precipuo scopo di tutelare la mia onorabilità”.