Una tragedia non raccontata per tanto tempo. Per contrapposizioni ideologiche e per interessi politici, sottolinea la Reggenza nel messaggio inviato per commemorare le vittime delle foibe. Una giornata per conservare e rinnovare la memoria della tragedia e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo Dopoguerra. "Le foibe - dice la Reggenza - sono lo specchio di una tragedia determinata dall’odio che, per motivi legati all’appartenenza, ha causato sofferenze atroci". Cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo, le foibe sono le voragini dell’Istria, oggi in Croazia, dove fra il 1943 e il 47 sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell’armistizio e cresce nel 45 quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Muoiono nelle foibe fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Riflettere su quanto è accaduto significa non solo esprimere vicinanza a chi ha percorso quel cammino di dolore e di morte. Ma anche rinnovare l’impegno a conservare e trasmetterne memoria. Perché il sacrificio di chi ha perso la vita, conclude la Reggenza, sia monito per tutti i popoli e cessino le persecuzioni che ancora si consumano in nome di logiche perverse di supremazia ideologica, culturale e religiosa.
Sonia Tura
Sonia Tura
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