Il clan dei Casalesi - la potente e crudele cosca raccontata in Gomorra da Roberto Saviano - ha ramificazioni anche a Rimini e in Riviera. A rivelarlo la Direzione Distrettuale Antimafia.
“Una pressione estorsiva esercitata non soltanto nei confronti di imprenditori edili provenienti dalla medesima area geografica, ma anche di soggetti locali”. In questi termini, i Casalesi, sono presenti in varie città dell’Emilia Romagna ed anche a Rimini, secondo la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.
Ma c’è anche un altro indicatore che preoccupa: le 395 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. Immobili e riciclaggio: sono i settori su cui, solo qualche giorno fa, a San Marino, invitavano a tenere alta la guardia l’ex presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione e Angela Napoli, parlamentare ex componente della stessa commissione. Parole riferite non solo al Titano, ma a tutto il bacino della Riviera, perché “dove c’è ricchezza – diceva Forgione – arrivano prima i soldi dei mafiosi e poi, i mafiosi stessi”. Che ci siano anche i Casalesi, qui, è forse una novità, ma la presenza della n’drangheta è un dato assodato.
L’11 febbraio del 2005, se ne sono accorti tutti, quando un commando non ha esitato a sparare, in centro a Riccione, a pochi passi da viale Ceccarini. Obiettivo il boss Giovanni Lentini - affiliato alla potentissima famiglia dei Piromalli - ferito quasi a morte, arrestato pochi mesi dopo mentre si nascondeva a San Marino e condannato pochi giorni fa all’ergastolo per l’uccisione a Cervia, nel 2003, di Gabriele Guerra.
“Una pressione estorsiva esercitata non soltanto nei confronti di imprenditori edili provenienti dalla medesima area geografica, ma anche di soggetti locali”. In questi termini, i Casalesi, sono presenti in varie città dell’Emilia Romagna ed anche a Rimini, secondo la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.
Ma c’è anche un altro indicatore che preoccupa: le 395 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. Immobili e riciclaggio: sono i settori su cui, solo qualche giorno fa, a San Marino, invitavano a tenere alta la guardia l’ex presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione e Angela Napoli, parlamentare ex componente della stessa commissione. Parole riferite non solo al Titano, ma a tutto il bacino della Riviera, perché “dove c’è ricchezza – diceva Forgione – arrivano prima i soldi dei mafiosi e poi, i mafiosi stessi”. Che ci siano anche i Casalesi, qui, è forse una novità, ma la presenza della n’drangheta è un dato assodato.
L’11 febbraio del 2005, se ne sono accorti tutti, quando un commando non ha esitato a sparare, in centro a Riccione, a pochi passi da viale Ceccarini. Obiettivo il boss Giovanni Lentini - affiliato alla potentissima famiglia dei Piromalli - ferito quasi a morte, arrestato pochi mesi dopo mentre si nascondeva a San Marino e condannato pochi giorni fa all’ergastolo per l’uccisione a Cervia, nel 2003, di Gabriele Guerra.
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