L’Opec per ora non intende fissare un nuovo ventaglio di riferimento dei prezzi del petrolio, attende una stabilizzazione del mercato, ipotizzando che le quotazioni dell’oro nero nel prossimo futuro possano viaggiare dai 35 ai 40 dollari, ma più presumibilmente verso i 50 dollari al barile. A spiegarlo è stato il segretario generale del cartello Adnan Shihab Eldin, ospite delle giornate internazionali Pio Manzù che a Rimini si occupano del greggio. 'Non sappiamo esattamente quale sia il range, ha proseguito il segretario dell’Opec, spiegando che comunque non si tratta dei 60-70 dollari al barile che si sono visti negli ultimi tempi e che sono stati determinati non dai fondamentali petroliferi ma dalle tensioni e da una carenza strutturale di raffinazione'. E a Rimini è intervenuto anche il presidente dell’autorità italiana per l’energia Alessandro Ortis che ha ribadito la necessità di una separazione proprietaria della rete di gasdotti Snam Rete Gas, dal gruppo petrolifero Eni. Ortis è tornato a puntare il dito sul fatto che il controllo delle reti e dei terminali di importazione da parte di imprese il cui interesse principale è la vendita di gas, incoraggia l’utilizzo di sussidi incrociati tra le attività più redditizie e quelle meno profittevoli, e un uso insufficiente delle infrastrutture.
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