Ambasciatore di San Marino presso la Repubblica di Tunisia, rappresentante permanente della Repubblica al Consiglio d’Europa, consigliere nella delegazione permanente di San marino presso l’Unesco, Guido Bellatti Ceccoli è anche l’autore di “Tra toscana e Medio Oriente” che ripercorre la storia degli arabi cattolici a Livorno. Una ricerca condotta tra i luoghi e i rapporti delle comunità arabofone vissute a Livorno per circa tre secoli, ha detto il Segretario agli Esteri Fiorenzo Stolfi.
Un affresco che con note di colore e vivide immagini, presenta la quotidianità dei problemi di integrazione di uomini provenienti da un mondo lontano la cui storia si intreccia con quella dell’occidente.
Cattolici latini, musulmani, ebrei, siro-maroniti, valdesi, armeni, luterani, anglicani e tanti altri insieme, ha detto Stolfi, in un percorso di assimilazione non sempre facile, ma contrassegnato da uno spirito di tolleranza religiosa.
Un esperienza di coesistenza e dialogo a cui ancora oggi San Marino guarda con ammirazione e interesse, nel comune spirito di accoglienza che ha permesso nei secoli il rifugio di tanti esuli nella nostra antica Repubblica.
Anche se nel libro non si parla direttamente di San Marino, ha sottolineato Guido Bellatti Ceccoli, è accomunata a Livorno dai valori di apertura e tolleranza comuni alle due realtà, un’apertura sul mondo e la capacità di dialogo.
E di dialogo interculturale ha parlato la Reggenza, sottolineando che si tratta di una capacità quanto mai auspicabile oggi in una società coinvolta nel grande processo di globalizzazione, un processo che se da un lato ha rimesso in discussione la tradizionale supremazia dell’occidente dall’altro ha ampliato la possibilità di contatti interculturali.
Un affresco che con note di colore e vivide immagini, presenta la quotidianità dei problemi di integrazione di uomini provenienti da un mondo lontano la cui storia si intreccia con quella dell’occidente.
Cattolici latini, musulmani, ebrei, siro-maroniti, valdesi, armeni, luterani, anglicani e tanti altri insieme, ha detto Stolfi, in un percorso di assimilazione non sempre facile, ma contrassegnato da uno spirito di tolleranza religiosa.
Un esperienza di coesistenza e dialogo a cui ancora oggi San Marino guarda con ammirazione e interesse, nel comune spirito di accoglienza che ha permesso nei secoli il rifugio di tanti esuli nella nostra antica Repubblica.
Anche se nel libro non si parla direttamente di San Marino, ha sottolineato Guido Bellatti Ceccoli, è accomunata a Livorno dai valori di apertura e tolleranza comuni alle due realtà, un’apertura sul mondo e la capacità di dialogo.
E di dialogo interculturale ha parlato la Reggenza, sottolineando che si tratta di una capacità quanto mai auspicabile oggi in una società coinvolta nel grande processo di globalizzazione, un processo che se da un lato ha rimesso in discussione la tradizionale supremazia dell’occidente dall’altro ha ampliato la possibilità di contatti interculturali.
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