Un dato positivo nella sua drammaticità, che si colloca in una realtà in cui lo stesso profilo della violenza e di chi la subisce sta mutando. 193 i casi di maltrattamenti presi in carico nel 2007 dal progetto Dafne. 57 in più del 2006, addirittura 130 se guardiamo al 2005. Numeri che ci offrono solo una visione parziale del fenomeno dato che molte vittime scelgono di rimanere prigioniere dei loro carnefici. Nel 2007 sono state infatti 122 le donne che si sono fatte medicare al pronto soccorso per fratture e contusioni da abuso; ma solo 40 di loro si sono rivolte a Dafne per uscire dalla spirale della violenza. Delle 193 donne seguite, 101 sono straniere. Al contrario si rivolgono all’ospedale soprattutto italiane, perché le immigrate hanno maggiori difficoltà ad accedere al servizio o perché temono ritorsioni da parte dei compagni. Il 97% delle vittime subisce infatti abusi nella relazione intima: nel 2007 non solo da parte di mariti o fidanzati, ma anche di un fratello, di uno zio e addirittura da parte di un figlio e di un nonno. Tre sono state stuprate da conoscenti ed altre tre da datori di lavoro. Costante il picco di età di chi è colpita: 34 anni. La maggior parte ha figli e fa la casalinga. Per la prima volta sono stati denunciati nel territorio riminese quattro casi di Stalcking: un fenomeno odioso perché fa vivere nel terrore chi lo subisce costringendolo a modificare le proprie abitudini. Delle quattro donne perseguitate due hanno subito violenza sessuale, una violenza fisica e psicologica mentre la quarta tutte e tre le violenze insieme. Chi rimane incinta in seguito a stupro non ha la forza di portare avanti la gravidanza. Per tutte queste donne abusate e terrorizzate da familiari o da sconosciuti il progetto Dafne diventa un punto di riferimento, a volte l’unica risorsa d’aiuto.
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